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Unità/Bologna: Fioroni rassicura: «Non ci saranno tagli sulla scuola»

Il ministro ieri a Bologna ha anche avuto un incontro con insegnanti e amministratori

15/09/2006
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l'Unità

di Antonella Cardone

EDILIZIA scolastica e stabilizzazione degli insegnanti precari: sono queste le priorità di intervento per gli investimenti nel settore scuola delineate dal mini-
stro alla Pubblica Istruzione, Giuseppe Fioroni, ieri a Bologna per il convegno d inaugurazione del nuovo anno scolastico. Un appuntamento non di maniera, cui hanno partecipato il sindaco Sergio Cofferati, l'assessore regionale alla Scuola Paola Manzini, e il suo omologo in Provincia, Paolo Rebaudengo, e il direttore dell'ufficio scolastico regionale, Lucrezia Stellacci. Il ministro, intervenuto in un affollatissimo teatro Manzoni, ha rassicurato riguardo i tagli temuti sul settore scuola: «Non ce ne saranno - è la promessa -, ma interverremmo sugli sprechi. Ad esempio i docenti che svolgono il loro lavoro presso altre amministrazioni pubbliche dovranno essere messi in bilancio di quegli enti, non più nel nostro. Proporrò anche, ad esempio, di affidare la gestione delle supplenze ai singoli istituti scolastici, mettendone le spese nei loro singoli bilanci». Il Governo interverrà anche sugli insegnanti di sostegno. «Oggi - spiega Fioroni - ce n'è uno per 138 ragazzi disabili, è un rapporto non rispondente alle reali esigenze. Attiveremo un controllo incrociato con i dati delle Ausl per mandare un numero adeguato di docenti laddove ce n'è effettivo bisogno». Sui tanto contestati test Invalsi sull'efficienza del lavoro svolto nelle scuole, il ministro riconosce che «forse meritiamo qualcosa di meglio. E comunque non c'è l'intenzione di procedere a una valutazione dei singoli insegnanti: avrebbe un costo pro capite di 550 euro, soldi che preferirei mettere direttamente nelle loro busta paga».
Sui dubbi che riguardano l'applicazione delle ultime riforme, Fioroni spiega anzitutto che «molte sono sperimentali e provvisorie, quindi non c'è l'obbligo di attuazione» e comunque per i dettagli «non c'è bisogno di attendere ogni minima indicazione da Roma, c'è un'incertezza sostenibile che fa pendant col rischio educativo che gli insegnanti quotidianamente si accollano».
In particolare, sulla riforma del secondo ciclo di studi superiori «ci siamo presi 18 mesi di tempo per fare una campagna di ascolto prima nelle Province poi nelle Regioni, per definire quale sia la struttura di scuola media superiore che sia preferibile avere». Infine il ministro ribadisce l'intenzione di rilanciare l'istruzione tecnica che «passa necessariamente da una gestione statale degli istituti professionali, che noi non delegheremo alle Regioni, come qualcuno propone».


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