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Unità-Bologna-Emergenza scuola, non lasceremo sole le famiglie"

"Emergenza scuola, non lasceremo sole le famiglie" L'assessore Virgilio: "Tagli statali alle materne, ci penserà il Comune. Ma solo per questa volta" Adriana Comaschi Emergenza scu...

11/09/2004
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l'Unità

"Emergenza scuola, non lasceremo sole le famiglie"

L'assessore Virgilio: "Tagli statali alle materne, ci penserà il Comune. Ma solo per questa volta"

Adriana Comaschi

Emergenza scuole d'infanzia, si fanno avanti i Comuni. Che, mano al portafogli, a pochi giorni dall'inizio della scuola hanno deciso di non lasciare nell'incertezza centinaia di famiglie. Dunque non aspetteranno le risorse, comunque insufficienti, che - forse - arriveranno la settimana prossima dal ministero. In prima fila Bologna e Modena: la prima, con una spesa che l'assessore all'istruzione Maria Virgilio stima intorno ai 350 mila euro; la seconda addirittura con un milione e mezzo di euro, destinati soprattutto a garantire il sostegno, il settore più carente sotto la Ghirlandina.
Ieri sul tema si è tenuto un vertice in Regione, presieduto dall'assessore alla formazione Mariangela Bastico. Che ha assicurato: "C'è un fronte comune a livello istituzionale che continuerà a mobilitarsi, al ministro chiedo di trovare soluzioni in accordo con gli enti locali per affrontare l'emergenza materne, che vede 2 mila bimbi in regione esclusi da questo servizio". Il punto fatto ieri con i dati dell'Ufficio scolastico regionale di Lucrezia Stellacci, dice che sono 76 le nuove sezioni di scuola d'infanzia necessarie (25 a Bologna, 4 a Ferrara, 4 a Forlì-Cesena, 19 a Modena, 2 a Parma, 8 a Piacenza, 3 a Ravenna, 4 a Reggio Emilia, 7 a Rimini). Ma a queste andrebbero aggiunte ben 46 sezioni da completare, che cioè fino all'anno scorso garantivano l'apertura solo al mattino.
Che fare? L'assessore Virgilio, reduce dalla "calata" su Roma per portare la protesta dei bolognesi negli uffici della Moratti, ha le idee chiare: "Non possiamo più aspettare, alla fine temo che dovrà pensarci il Comune. Non lasceremo sole le famiglie, ci stiamo preparando a dare risposta a quello che è un loro diritto. Ma sia chiaro -avverte subito - che questa non può diventare un'abitudine". E i fatti portati ieri in Regione sembrano darle ragione: "Ancora oggi - spiega Bastico - lo Stato concorre solo per il 45% al finanziamento delle scuole d'infanzia in Emilia-Romagna, contro il 55% del resto del Paese". Gli enti locali, insomma, fanno già molto. Ma anche a Modena, l'assessore all'istruzione Adriana Querzè ha deciso: il Comune garantirà materne e tempo pieno per tutti. "Siamo riusciti a compensare i tagli esercitati dal ministero per l'anno scolastico 2004-2005 mettendo in campo risorse proprie. Non ci saranno, dunque, le gravi ripercussioni" che le famiglie temevano. Comunque, si tratterà di "un avvio di anno scolastico in sofferenza" ha commentato il sindaco modenese Giorgio Pighi, dato che per pagare i due docenti necessari all'apertura di nuove sezioni di materne -il ministero infatti ne ha concessi solo due su quattro - il Comune della Ghirlandina "creerà ancora più sofferenza" ai propri bilanci. Ma a quanto pare, non ci sono alternative.
Rimane l'incognita dei piccoli Comuni. Che quasi sempre non possono rispondere all'apertura di nuove sezioni di materna con fondi propri a causa dei budget molto più ridotti. E magari già largamente impiegati nella costruzione di strutture scolastiche, settore di competenza degli enti locali. Anche su questo si è fatta sentire la voce dell'assessore Bastico: "Come Regione faremo la nostra parte per attribuire con criteri chiari e trasparenti l'eventuale personale aggiuntivo, che verrà assegnato a livello regionale". Bastico ha però voluto ribadire che "l'emergenza non riguarda solo la scuola d'infanzia, occorre delineare prospettive per l'intero sistema. In particolare, non si tengono in alcun conto degli oltre 8 mila alunni in più, iscritti nell'ultimo anno in regione".
La protesta non si ferma neanche tra gli insegnanti. Il Comitato in difesa del tempo pieno, alla vigilia della riapertura dell'anno scolastico lancia un appello: "Boicottate la riforma Moratti, dall'adozione del tutor a quella dei nuovi programmi didattici". Del resto, spiega Gianluca Gabrielli, "la sensazione che abbiamo parlando con gli insegnanti è che questa riforma, varata un anno e 8 mesi fa, non stia ancora partendo". E allora via a un volantinaggio in tutte le scuole nei giorni di apertura, lunedì 13 e mercoledì 15. Mentre l'1 ottobre, giornata nazionale di mobilitazione, è prevista anche una manifestazione in piazza XX settembre alle 17


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