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Unità/Bologna: «Ecco perché ho contestato Fioroni»

«Io, insegnante delusa dal governo»

11/03/2007
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l'Unità

BOLOGNA «Sulla scuola non c'è da stare tranquilli. E se lo penso io, che sono appena uscita dall'occhio del ciclone, figuriamoci chi continua a non avere garanzie». Fiorella Menetti parla con voce pacata ma risoluta. È un'insegnante delle primarie Longhena, in prima linea nella manifestazione di protesta organizzata venerdì in piazza del Nettuno contro il ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni.
«Insegno in una quinta elementare - spiega - e fino a qualche giorno fa io e i miei colleghi eravamo nella bufera per l'annuncio del dirigente dell'Usp Paolo Marcheselli, che minacciava di abrogare il tempo pieno per le nuove prime. Per fortuna - continua - è stato smentito dal ministro, e ora ho la certezza che a settembre ai miei alunni sarà garantito il modello storico».
Un primo passo, certo, ma non abbastanza incisivo da cambiare il corso dell'azione di questo Governo sulla scuola. «A parole sia Fioroni che il vice ministro Mariangela Bastico ci avevano assicurato un'attenzione maggiore. Nei fatti, però, non vedo cambiamenti di rotta rispetto alla precedente legislatura. Ecco perché - precisa - venerdì prossimo parteciperò con convinzione alla manifestazione in difesa del tempo pieno. Io insegno in una delle 918 sezioni che si possono ritenere salve, ma è un dovere chiedere che questo sia garantito per legge».
Per le donne, poi, è fondamentale. «Il tempo pieno - continua Fiorella Menetti - è un bisogno sociale. In Emilia-Romagna la maggioranza delle donne lavora, e tagliare questo servizio proprio dove è saldamente radicato sarebbe una perdita enorme».

Come tanti altri insegnanti e genitori, che in piazza hanno distribuito un documento che evidenzia le promesse disattese del programma dell'Unione, Fiorella è delusa dal governo: «Mi devono spiegare com'è possibile andare incontro ai bisogni dei cittadini tagliando di anno in anno le risorse per l'istruzione pubblica e aumentando i soldi per le scuole private». Per lei sono due le priorità per la scuola: la prima è garantire il tempo pieno storico, abrogato dalla legge Moratti del 2003; la seconda è eliminare le cosiddette «indicazioni nazionali sui programmi» introdotte dall'ex ministro dell'Istruzione. «Queste indicazioni, che come dice il termine non sono obbligatorie, hanno creato una gran confusione. Ad esempio - precisa Fiorella -, prima della riforma i programmi di storia delle primarie abbracciavano tutto il periodo dalla preistoria al Novecento. Con la legge Moratti si consiglia di fermarsi al Medioevo, lasciando il resto alle scuole medie. Alcuni istituti le hanno applicate, altri no, con il risultato che i ragazzi hanno conoscenze diverse e buchi di storia di interi secoli. E lo stesso discorso - continua Fiorella - vale anche per altre materie: in scienze, ad esempio, la scelta del creazionismo al posto del darwinismo non ci permette di spiegare i fenomeni naturali». Di buono, il governo «ha solo abrogato la figura del tutor (un docente-coordinatore che fa da ponte tra studenti, insegnanti e famiglie, ndr.) e il portfolio (una raccolta di materiali realizzati dall'alunno e di documenti su condotta e rendimento, ndr). Un'operazione di facciata - conclude l’insegnante delle Longhena -, per salvare l'immagine senza nemmeno sfiorare il problema».
Elisabetta Pagani


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