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Unità/Bologna: Anche la Gelmini dà la disdetta: non sarà alla Festa

E due Dopo Brunetta il ministro annuncia che non ci sarà. Teme le contestazioni dei precari della scuola. La protesta era già pronta

10/09/2010
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l'Unità

Adriana Comaschi

E due. La festa del Pdl perdere la sua seconda “gemma”: anche il ministro Mariastella Gelmini dà forfait, come già il collega Roberto Brunetta. Troppo lungo l’elenco delle sigle - per tacere dei “semplici” precari - pronte a contestare il sistematico impoverimento della scuola pubblica da parte dell’esecutivo. E la kermesse del partito di governo, già partita in sordina complice il maltempo, rimane lì a mostrare come ancora una volta i vertici nazionali snobbino una piazza delicata come quella bolognese. Del resto erano in tanti a scommettere che la lady di ferro non si sarebbe presentata all’appuntamento, previsto inizialmente per le 19 e ieri mattina già posticipato alle 21. Nel pomeriggio, infine, è il coordinatore regionale Filippo Berselli a confermare voci, diventati insistenti da giorni: il ministro non verrà. Il numero uno del Pdl regionale non dà alcuna spiegazione. Una conferma indiretta delle difficoltà incontrate: Gelmini, raccontano da Roma, non avrebbe avuto nessuna intenzione di affrontare fischi o una qualsivoglia critica pubblica, ma fino all’ultimo ha ricevuto pressioni per confermare la sua partecipazione, per non danneggiare l’immagine del partito. Striscioni e slogan in effetti erano già pronti. Ad “accogliere” il ministro sulla scalinata del Pincio ci sarebbero stati i docenti del coordinamento precari, l’assemblea di genitori e studenti, i ragazzi dell’Onda, il laboratorio Bartleby, diversi collettivi. La Cgil non sarebbe stata della partita, «siamo certi - aveva scommesso la segretaria Flc di Bologna, Sandra Soster - che il ministro non verrà». Tagliente il coordinamento precari («I precari lo sono perchè, nonostante gli avvertimenti del ministro, non hanno voluto nè emigrare nè diventare guide turistiche»), per Bartleby poi Gelmini era «un ospite indesiderato, un ministro che dietro il velo ipocrita della meritocrazia taglia le risorse alla scuola pubblica, licenzia migliaia di precari e mette in ginocchio la ricerca». Gli “effetti” del modo di lavorare del ministero del resto si sono fatti sentire anche ieri. Circa 400 precari sono stati riconvocati dall’Ufficio scolastico provinciale (per la terza volta in meno di una settimana). Al’Usp i docenti hanno contestato la “sparizione” di posti vacanti, prima messi in elenco. E per questo sono tornati, nel pomeriggio,in sit-in via de’ Castagnoli, pretendendo «le scuse » dell’istituzione per questa frustrante altalena nelle assegnazioni. Scuse arrivate, raccontano più tardi, dal vicedirettore Giuseppe Panzardi: «Ci sono stati errori tecnici, ma soprattutto difficoltà legate al ritardo con cui gli organici sono stati assegnati dal ministero».


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