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Unità-Bologna-Allarme dei sindacati per le materne: "880 famiglie senza servizi"

"In provincia mancano 27 nuove sezioni e 17 di tempo pieno, per il governo non sono più un diritto ma qualcosa da pagare". L'assessore Virgilio: "Situazione preoccupante" Allarme dei sindacati...

25/08/2004
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l'Unità

"In provincia mancano 27 nuove sezioni e 17 di tempo pieno, per il governo non sono più un diritto ma qualcosa da pagare". L'assessore Virgilio: "Situazione preoccupante"

Allarme dei sindacati per le materne: "880 famiglie senza servizi"

In provincia di Bologna "manca personale per aprire 27 sezioni nuove di scuola dell'infanzia e per dare risposta di tempo pieno delle 17 sezioni che hanno accolto i bambini solo al mattino". Come dire che 540 bambini "non avranno una scuola", e che almeno 340 alunni non potranno usufruire dei pomeriggi. E che almeno 880 famiglie "dovranno decidere se è più conveniente fare rinunciare al lavoro uno dei componenti o pagare baby-sitter, scuole private, integrazioni comunali".
È con questi numeri che una nota congiunta di Cgil, Cisl e Uil scuola di Bologna rilancia l'allarme sui servizi statali all'infanzia. In questo caso, sulle scuole materne. "Manca una settimana all'inizio dell'anno scolastico e in tutta la sua drammaticità si realizza il disegno governativo di applicazione della riforma con il taglio degli organici", accusano i sindacati. Il conto è presto fatto: se per ogni sezione non aperta si calcolano 20 alunni, ci sono 540 bimbi che non potranno andare alla materna. E sono allora 340 quelli che non potranno usufruire del tempo pieno, che pure le loro famiglie avevano richiesto. I sindacati sottolineano anche la ricaduta sui posti di lavoro: circa 142 in meno rispetto all'anno scorso (numero calcolato per difetto, perché comprende docenti e collaboratori scolastici ma non gli insegnanti di sostegno). L'elenco dei disagi tocca poi 20 Comuni i quali "dovranno rispondere con proprie risorse alle esigenze di 860 bambini tra i 3 e i 6 anni che il ministero ignora". Quali risorse, ci si chiede poi, "visti i tagli della finanziaria". Numeri che rivelano, secondo Cgil Cisl e Uil, un chiaro disegno politico: quello per cui "la scuola dell'infanzia non è scuola". Eppure, ricordano, erano stati promessi "scuola e tempo pieno" per tutti quelli che lo avessero richiesto. Diventa allora evidente che ormai "la scuola dell'infanzia non è un diritto per tutti, ma un bene che se non c'è si può comperare. Potendoselo permettere, oppure bisogna farne a meno". Come nei piccoli centri, dove spesso non c'è nemmeno l'alternativa del privato.
Milli Virgilio, assessore alla scuola del Comune, conferma: "La situazione è preoccupante. Ai primi di agosto, la nostra richiesta era di 90 docenti di scuola dell'infanzia per tutta la provincia, mentre il ministero ce ne voleva attribuire solo 20". Su questo punto però "i giochi sono ancora aperti, perché i numeri effettivi- anche per quel che riguarda le liste di attesa - si definiscono ai primi di settembre". In ogni caso, spiega l'assessore, "posso già dire che il Comune farà di tutto per avere garantito almeno il tempo pieno, dato che a Bologna il part-time, con la scuola aperta solo di mattina, è un servizio poco, anzi per nulla richiesto". Virgilio riconferma poi "l'eredità pesante" della giunta Guazzaloca: "Sia sulle materne, sia sui nidi negli ultimi 5 anni ci si è mossi senza alcuna attenzione alle prospettive future". Che avrebbero dovuto essere considerate, "non solo per l'aumento della natalità ma perché cresce la propensione a mandare i figli al nido". Anche per questo, assicura l'assessore, "non appena la situazione sarà più definita mi impegno a tenere la cittadinanza informata su tutti gli aspetti di questi servizi". a.com.


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