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Unità/Bologna: Allarme debiti nelle scuole. A rischio anche i gessetti

Saltano le gite scolastiche, per pagare le supplenze utilizzati i fondi dei compensi accessori Un preside: «La scuola che dirigo vanta crediti per 180mila euro nei confronti dello Stato»

24/02/2009
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l'Unità

Profondo rosso per le scuole emiliano-romagnole. Gli istituti della nostra regione boccheggiano, tra debiti con fornitori, imprese di pulizia, supplenti, insegnanti. Il fondo del barile è stato raschiato e per il prossimo anno a rischio sono i laboratori, le visite ai musei, persino i gessetti e la carta igienica. I conti in rosso non dipendono però da spese eccessive, bensì dal Ministero, che negli ultimi due anni ha stretto la cinghia dei finanziamenti, fino a strozzare le nostre scuole. «Nel 2006, gli istituti della nostra regione hanno accumulato un credito dallo Stato di 44 milioni di euro – spiega Sergio Simoni, preside delle scuole di Bazzano, Crespellano e Monteveglio e funzionario della Cgil – per pagare le supplenze alle elementari e medie e gli esami di stato alle superiori».

MENO CONTRIBUTI DALLO STATO

Dividendo i 44 milioni per i 560 istituti emiliano-romagnoli, risulta un credito medio di 78 mila euro a scuola. Ma il “rosso” si è aggravato. «Nel 2007 abbiamo avuto un pareggio – riprende Simoni – mentre nel 2008 la stima è un’esposizione media di 100 mila euro ad istituto. La scuola che dirigo vanta crediti per 180 mila euro». A questo, si aggiungono le spese di funzionamento, quelle che servono a pagare i gessi, la carta igienica, il sapone per le mani, le fotocopie. Per il 2009 il ministero ha stabilito per questo capitolo un finanziamento pari a zero. «È gravissimo – dice ancora Simoni – anche se il vero dramma è il fondo di istituto». Per far fronte alle spese e pagare le supplenze, le scuole hanno infatti usato l’anticipo di cassa, un fondo destinato ai compensi accessori per il personale o per finanziare attività didattiche. Così, bidelli e docenti non hanno ricevuto tutti i pagamenti per le ore di straordinario: dalle supplenze interne (per un’assenza di 2 o 3 giorni gli insegnanti interni coprono i buchi) ai laboratori. «Nella mia scuola – continua Simoni – siamo riusciti a pagare il 50% degli straordinari che il personale ha fatto nel 2008». Anche Stefano Mari, preside del terzo Circolo didattico, denuncia una stretta sui finanziamenti. «La prima grossa crisi risale al 2006 – racconta –in quell’anno abbiamo accumulato un credito dallo Stato di 85 mila euro».

E IL BUCO SI ALLARGA

Nel 2007, il buco si è allargato di 6 mila euro; ma anche in questo caso, la mazzata è arrivata nel 2008. «È stato un anno disastroso. Il Governo ha sottodimensionato i finanziamenti e siamo arrivati a 120 mila euro di credito». Il conto è presto fatto: in tre anni, il credito accumulato dal terzo Circolo è di 200 mila euro. «Non c’è nessuna possibilità di rientrare – afferma Mari -. Il preventivo per le supplenze si è ulteriormente ridotto». Il dirigente dipinge uno scenario dai toni tetri. «Abbiamo 5 mesi di arretrati con l’impresa di pulizia, più di 10 mila euro. Sul mio tavolo c’è un pacco di fatture a fornitori, per carta igienica e gessetti, alto 10 centimetri. Continuiamo a fare ordini, non possiamo lasciare i bimbi senza carta o non scrivere sulle lavagne. Ma non riusciamo a pagare». La priorità - come segnalato dai legali della scuola – è saldare il fondo di istituto al netto (lo stipendio per supplenze e straordinari) e al lordo (i contributi). Qualche giorno fa, il ministero ha inviato la prima tranche di pagamenti del 2009 (resta da saldare parte del 2008). «Abbiamo ricevuto 52 mila euro e li abbiamo impiegati per il fondo di istituto del 2008 al netto. Restano da pagare i contributi». Quel fondo è ormai agli sgoccioli. «A fine marzo lo esauriremo – dice ancora Mari – la situazione è disastrosa. Abbiamo pensato di fare ricorso a fidi bancari, ma non potremmo saldarli e sarebbe peggio». Insomma, il rischio è la bancarotta. «Prima o poi i fornitori faranno ingiunzioni di pagamento, i supplenti andranno al Tribunale del Lavoro. Stiamo accumulando debiti su tutti i fronti».

UNA POSSIBILE SOLUZIONE?

Una possibile soluzione è aumentare il contributo volontario dei genitori; ogni anno, mamme e papà possono infatti decidere di dare una somma alla scuola. «Fino a questo momento abbiamo chiesto 20 euro, comprensivi dell’assicurazione, 7-8 euro a bimbo. Non è un’ipotesi così remota che si possa portare a 35-40 euro, ma è volontario, i genitori non sono obbligati». Le scuole vanno avanti grazie alla buona volontà dei docenti, che spesso lavorano gratis e dei presidi, che tentano di far quadrare conti in rosso. Il ministero fa ben poco; eppure, in gioco c’è il futuro. «Lottiamo ogni giorno per non far scadere la nostra scuola –aggiunge Simoni –. Ma avere poche risorse significa abbassare la qualità». Due settimane fa, Simoni ha partecipato ad un incontro al ministero. «È in corso un braccio di ferro con Tremonti per avere i finanziamenti che servono - chiude -. Non ci resta che sperare».

A rischio per il 2010 persino la carta igienica e i gessetti, mentre sui tavoli dei presidi si accumulano le fatture da pagare per servizi esterni. «Per pagare le supplenze utilizziamo i fondi destinati a spese accessorie».


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