Unità: Abruzzo, la scuola ricomincia nei container
Anche a l'Aquila, la vita vita scandita dal suono della campanella, dal prof che fa l'appello, dall'ansia per le interrogazioni, è ricominciata solo per poco più di un terzo degli alunni
La loro scuola adesso si chiama “modulo provvisorio”, perché le scuole, quelle vere, se le è portate via il terremoto. Strutture mobili, container. I bambini di Paganica questa mattina hanno trovato chiusi anche quelli. Allagati, per via della pioggia. Il loro primo giorno di scuola dopo il terremoto non poteva andare peggio di così. Grembiulino stirato, zainetto in spalla, gli alunni “terrenitatu” della scuola elementare di Paganica se ne sono dovuti tornare a casa. Inizio dell'anno scolastico rinviato a data da destinarsi.
Anche a l'Aquila, la vita vita scandita dal suono della campanella, dal prof che fa l'appello, dall'ansia per le interrogazioni, è ricominciata solo per poco più di un terzo degli alunni. In 3.500 sono tornati a scuola, gli altri 7.500 dovranno aspettare ancora un primo giorno di scuola che assomiglia a uno sciame e che si protrarrà un'ondata dopo l'altra fino almeno al 5 ottobre. Con aspettative, ansie, paure.
Zemri Haliti, uno dei tanti macedoni che in Abruzzo si sono messi a fare gli operai e i piccoli imprenditori edili, ha voluto verificare di persona la tenuta del “modulo provvisorio” che ospita la scuola dei suoi due figli, la scuola media Mazzini de l'Aquila. E per accompagnare Liman e Elfat da Poggio Picente, dove vivono, sempre in un container, si è preso un giorno di ferie. «Dopo quello che è successo vogliamo capire bene dove vanno a fare lezione i nostri figli», spiega. «Siamo contenti di tornare a scuola, ma speriamo che non si sentano le scosse», dicono i due bambini, accompagnati dal papà, in attesa che sia approntata anche a Poggio Picente una fermata per lo scuolabus.
E garanzie, sicurezza, certificati di vulnerabilità sismica, domanda i genitori del Comitato Scuole Sicure che ha ottenuto un incontro per domani con la Protezione civile. «Non vogliamo che i nostri ragazzi rientrino a scuola prima che sia garantita una adeguata certificazione anti-sismica», spiegano.
A l'Aquila, sono circa il 40% le scuole che hanno riaperto i battenti. «Sono tutte in sicurezza e hanno certificati di agibilità ottenuti dopo attenti controlli e collaudi», assicura il capo della Protenzione civile Guido Bertolaso, presente all'avvio dell'anno scolastico nella scuola Gianni Rodari di Pile, quartiere aquilano. Le altre apriranno nei prossimi giorni: «Non le abbiamo ancora aperte perché vi sono situazioni di cantiere esterno che potevano creare disagio».
L'altro grande nodo sono i trasporti. Questa mattina il trafficol è andato in tilt. E la Protezione Civile ha già dovuto ordinare altri 20 scuolabus per far fronte alle emergenze.