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Unità-A Cagliari è rivolta: occupazioni al via

A Cagliari è rivolta: occupazioni al via Ieri mattina il blitz dei sindacati alla direzione regionale. "Tutti uniti contro la riforma, la scuola non si tocca" Davide Madeddu CAGL...

21/09/2004
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l'Unità

A Cagliari è rivolta: occupazioni al via

Ieri mattina il blitz dei sindacati alla direzione regionale. "Tutti uniti contro la riforma, la scuola non si tocca"

Davide Madeddu

CAGLIARI Primo giorno di scuola con sorpresa. O meglio con protesta. Quella dei rappresentanti sindacali che ieri mattina, e poi per tutto il giorno, hanno "occupato" la sede della direzione didattica di Cagliari. E la battaglia contro la riforma Moratti parte proprio dal capoluogo sardo, dove tutte le organizzazioni sindacali sono riuscite a costruire un fronte unico. "Tutti uniti contro la riforma e l'attacco alla scuola pubblica". Il blitz, pacifico e non violento, scatta alle 10.30, quando i sindacalisti di Cgil, Cisl, Uil, Snals, Cobas, Gilda e Css, bandiere e striscioni in mano e al grido di "la scuola non si tocca" entrano nella sede della direzione didattica a Cagliari e chiamano i giornalisti. La battaglia per "salvare la scuola pubblica", inizia. "Nei primi mesi di quest'anno - esordisce Peppino Loddo, segretario regionale della Flc-Cgil - i genitori si sono trovati a dover scegliere per i loro figli un nuovo strano orario diviso in due parti: una obbligatoria e una facoltativa, senza minimamente sapere di cosa fosse fatta l'una e di cosa fosse costituita l'altra e quali rischi stia correndo il tempo scolastico della scuola pubblica. Un tempo scolastico ridotto a poca cosa e insufficiente a garantire un buon diritto all'istruzione adeguato a nostri tempi e che prepara una colossale riduzione di personale della scuola". Non è che l'inizio di una protesta. "Imposizioni e minacce non possono cancellare il legittimo diritto delle scuole autonome - aggiunge il rappresentante della Cgil - grazie al Regolamento sull'Autonomia Scolastica, al Testo Unico delle Leggi sulla Scuola e al Contratto nazionale, di scegliere il Piano di offerta formativa (Pof) da offrire agli alunni delle scuole pubbliche sarde". Non mancano le contestazioni sul precariato. "Le pochissime immissioni in ruolo, a malapena 460 pari a neppure il 18% delle necessità - aggiunge ancora Loddo - non coprono le migliaia di posti vuoti in organico ancora non coperti con la nomina dei supplenti". Non risparmia critiche alla riforma neppure Enrico Frau, segretario della Cisl scuola. "Questa riforma porta uno sconvolgimento perché va a intaccare un sistema come quello della scuola italiana apprezzato un tutta Europa". Viaggia sulla stessa lunghezza d'onda dei segretari confederali anche Francesco Casula, segretario della Css, la Confederazione sindacale sarda, sindacato regionale che riunisce qualche migliaio di lavoratori. "Il ministero parla di autonomia, ma poi la riforma cozza con l'autonomia creando un largo dissenso e caos nelle scuole". Caos generale che per Olga Atzori, rappresentante del sindacato Gilda "viene amplificato dalla specificità dell'isola". E, mentre Armando Pietrella responsabile della direzione didattica della Sardegna fa sapere che "il quarto anno inizia in modo regolare, non c'è una cattedra scoperta e tutti gli insegnanti sono ai loro posti", i sindacati ricordano che la battaglia per salvare la scuola non si ferma qui. Sino al 5 ottobre, Cgil, Cisl, Uil, Snals, Cobas, Gilda e Css hanno organizzato una serie di assemblee nelle scuole, aperte anche ai genitori degli studenti, per conoscere le trasformazioni della scuola con la "riforma Moratti".


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