Unità: A Bologna i ricercatori «calpestati» protestano
«L'obiettivo è far toccare con "piede" il trattamento che il nostro Paese riserva alla ricerca scientifica».
di Giuseppe Vespo
«L'obiettivo è far toccare con "piede" il trattamento che il nostro Paese riserva alla ricerca scientifica». Sempre più creativi oltre che scienziati, i ricercatori precari tornano a mostrarsi con l'iniziativa "La ricerca calpestata". Sabato prossimo piazza Maggiore a Bologna verrà interamente pavimentata con milleottocento fotografie giganti, stese per terra per far sì che la gente ci cammini sopra: ogni foto una faccia, ogni volto racconta la storia senza futuro di tanti ricercatori italiani, contrari ai tagli della legge 133/2008 (Decreto Brunetta) e all'emendamento all'art 37 bis del disegno di legge 1441 (Disposizione per lo sviluppo economico e per la stabilizzazione della finanza pubblica) che aspetta di essere approvato.
Le foto sono arrivate in poche settimane dalle università e dai centri di ricerca italiani ed esteri al comitato bolognese che ha organizzato la manifestazione. Ogni ricercatore ha pagato per stampare il suo volto. Così, salvo il contributo della Cgil e della Uil, che hanno fornito i gazebo, l'iniziativa è totalmente autofinanziata.
«La giornata - spiega Maura Sandri dell'Istituto di Astrofisica Spaziale e Fisica Cosmica bolognese - non è solo di protesta, ma vuole offrire un'occasione d'incontro diretto fra i cittadini e i ricercatori». Per questo, ogni istituto o ente che prenderà parte all'iniziativa avrà un suo gazebo informativo, attorno al quale verranno organizzate delle lezioni divulgative.
Si parlerà di tutto: clima, energia, salute, astronomia. «L'obiettivo - spiegano al comitato che ha organizzato la manifestazione - è quello di far capire che cosa significa fare ricerca scientifica, che cosa vuol dire in termini di ricadute sulla vita di tutti i giorni, in termini di passione e impegno, di difficoltà e di lavoro. In termini di prospettive per il futuro».