FLC CGIL
Contratto Istruzione e ricerca, filo diretto

https://www.flcgil.it/@3794709
Home » Rassegna stampa » Rassegna stampa locale » Unione Sarda-Cagliari-In tremila contro la Moratti

Unione Sarda-Cagliari-In tremila contro la Moratti

La manifestazione di Cgil e Cobas attraversa Cagliari: "No all'istruzione classista" In tremila contro la Moratti Per le strade la protesta di professori e studenti Si son messi in tre per bocciare...

20/03/2005
Decrease text size Increase text size
L'Unione Sarda

La manifestazione di Cgil e Cobas attraversa Cagliari: "No all'istruzione classista"
In tremila contro la Moratti
Per le strade la protesta di professori e studenti
Si son messi in tre per bocciare la Moratti: la
Cgil, i Cobas e il bel tempo. Ieri il meteo ha dato
una mano agli organizzatori della manifestazione
che ha fatto sfilare più o meno tremila
dimostranti per le vie di Cagliari. Insegnanti,
studenti delle superiori e qualche genitore
fianco a fianco per dire, gridare e cantare un
po' di cose. Per esempio: la riforma dell'istruzione
è classista, si ritorna a cinquant'anni fa
con quelli nati per studiare e quelli nati per
zappare. O ancora: la cosiddetta razionalizzazione
toglie soldi alla scuola pubblica, stermina
posti di lavoro e funziona così male che
dispiace perfino a Confindustria. E visto che
siamo sardi e sardi restiamo anche nella protesta:
negli istituti sardi la "Moratti" non attecchirà,
anche se la si sta calando dall'alto con
una durezza sconosciuta in altre Regioni. Non
solo, bisogna che Giunta e Consiglio regionali
si diano una svegliata, contribuiscano a organizzare
un referendum abrogativo e facciano
più di qualcosa per i settemila giovani isolani
che hanno perso anche il surrogato della
formazione e per quei tremila che si formeranno
tra il bar del paese
e casa loro. E già che ci
siamo, andrebbe rinnovato
il contratto di lavoro degli
insegnanti, scaduto da
più di un anno.
Questo e altro hanno
spiegato a chi aveva voglia
di ascoltare o di accettare
i loro volantini. A distribuirli
in piazza Garibaldi alle 9,30 c'è Stella,
insegnante della scuola di via Mejlogu, un fascio
di manifestini sottobraccio e un paio di
preoccupazioni da raccontare: "Con l'addio
agli scatti d'anzianità e la progressione della
carriera in base agli esami perderemo libertà
didattica e libertà di espressione. Perché? Vedete
un po' voi, col dirigente scolastico nella
commissione d'esame, quanto saranno liberi
gli insegnanti di criticare e dire la loro".
A qualche passo da lei, nella piazza che comincia
a gremirsi, ci sono già molti studenti.
Sarà che per loro l'esame è lontano, e comunque
non sarà il dirigente scolastico a farglielo,
ma quanto a libertà di critica non si tirano
indietro: "Qui parlano di rilancio della scuola
e intanto tagliano i fondi. Da noi al Pacinotti -
enumerano Andrea e Matteo - l'edificio è tutto
da mettere a norma, allo Scano al posto dei
termosifoni ci sono tubi che perdono acqua in
continuazione. E poi c'è il Siotto: lì fanno prima,
ci vogliono far passare sopra una strada
". Quanto agli studenti del Giua, affidano il
loro pensiero alle due righe di uno striscione:
"Moratti al rogo - paghi tu per il futuro". Ci
vuole ancora una mezz'ora, poi i reparti si
schierano. In testa lo striscione della Cgil - Lavoratori
della Conoscenza, con dietro una decina
di facce serenamente imbufalite. Facce
che immagini perplesse per una risposta sbagliata
durante un'interrogazione, o allarmate
per le turbolenze studentesche di una gita scolastica.
Ora si induriscono mentre si leva l'urlo
Soru-Pilia-Salerno, la scuola sarda è un inferno.
A sinistra un manifestante old style,
bandierone inastato e in pugno la raganella in
perenne movimento, scorta l'avanguardia.
Davanti a tutti Peppino Loddo, segretario
regionale della Cgil Flc, e il dirigente dei Cobas
Giancarlo Della Corte. A novembre c'era
stata la prova generale d'intesa, ma fa comunque
effetto vederli serenamente insieme alla
faccia di chi non c'è "e quindi ha torto". Cisl
e Uil, per intendersi. Alle loro spalle ci sono
tutti i colori del rosso, con le bandiere dei due
sindacati e quelle della Sinistra Giovanile,
Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani,
Giovani Comunisti e qualche comunismo individuale
a suon di Che Guevara mescolato ai
drappi arcobaleno pacifisti. In mezzo, il gruppone
degli studenti che balla dietro un furgoncino
con amplificatore e casse. In coda,
ancora professori, ancora allievi, più di una
mamma e un babbo.
Tutti con una protesta da gridare, molti con
un'angoscia. Quella di Gino Deplano, tecnico
di laboratorio al Marconi e sindacalista di base,
è "lo smantellamento di una colonna dell'industria
italiana come i
nostri istituti". Ma anche
il taglio dei posti di lavoro:
"La Moratti vuole eliminare
i laboratori e chi chi ci
lavora, guardacaso il disegno
si sposa alla perfezione
con un decreto del
2002, passato inosservato,
attraverso il quale chi
di noi andrà in esubero avrà due anni per farsi
assumere da un'altra scuola, e poi verrà licenziato
". E di occupazione in calo parla anche
Gianfranco Paba, che insegna al Pacinotti.
Il corteo ha fatto già tappa davanti al provveditorato
e si snoda di fronte al municipio
mentre il professore racconta: "La riduzione
di ore di cattedra da 30 a 27 ha un effetto
semplice: meno lavoro. Non solo: le cattedre
sfasate fanno venir meno la continuità didattica,
con un danno evidente per i ragazzi".
Che a quanto pare hanno le idee altrettanto
chiare: "Vogliono studenti di serie A e studenti
di serie B, e vogliono dare i quattrini alle
scuole dei preti anche se non è costituzionale
" riassume secco secco Antonio "di una
scuola di Cagliari". Concetti liofilizzati ma non
sbagliati, a sentire Loddo e Della Corte che intanto
guidano il corteo verso la presidenza
della Regione, in viale Trento: "La Moratti è
una legge da buttare: è irriformabile, irredimibile,
inemendabile. Quanto alla situazione sarda,
ci battiamo per il diritto a fare scuola di
qualità, per il recupero dei giovani espulsi dal
sistema dell'istruzione, per il rispetto delle leggi.
Tanto che andremo davanti ai giudici del
Tar per sentire che cosa pensano delle iniziative
assunte dal dirigente regionale Pietrella".
Che cosa pensano loro, del ministro e del suo
rappresentante sardo, della riforma e del governo,
è facile capirlo. Ieri lo hanno gridato
per tutta Cagliari in tremila, dalle 10 all'ora di
pranzo.
CELESTINO TABASSO


La nostra rivista online

Servizi e comunicazioni

Seguici su facebook
Rivista mensile Edizioni Conoscenza
Rivista Articolo 33

I più letti

Filo diretto sul contratto
Filo diretto rinnovo contratto di lavoro
Ora e sempre esperienza!
Servizi assicurativi per iscritti e RSU
Servizi assicurativi iscritti FLC CGIL