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Trieste: La scuola taglia 383 "prof" La Cgil: Tondo protesti

L'allarme del sindacato

07/04/2011
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Il Piccolo

 

TRIESTE In tre anni la scuola regionale ha perso 2.148 posti di lavoro. Ma non è finita. I tagli previsti il prossimo anno sfiorano quota 650, il 60% docenti. «Una situazione drammatica», riassume la Cgil dopo aver snocciolato i numeri. L'appello alla Regione è «ad attivarsi con il governo nazionale per contenere la decimazione». A Udine, in conferenza stampa, la Cgil sforna le tabelle. Quelle dell'ultimo triennio, dal 2009-2010 al 2011-2012, con un totale di 26 docenti in più nella scuola dell'infanzia e una serie di segni "meno" nella primaria (-508), nella superiore di primo grado (-326) in quella di secondo (-541) per un totale di 1.349 persone tagliate. Aggiungendo i 799 in meno alla voce Ata si arriva a -2.148. Ma ci sono anche le previsioni provincia per provincia. La Flc-Cgil, citando la bozza presentata dall'Ufficio scolastico regionale, conta 383 docenti in meno in Friuli Venezia Giulia (da 12.222 a 11.839) nell'anno scolastico 2011-2012: -44 a Gorizia, -96 a Pordenone, -74 a Trieste, -169 a Udine. Con la stima sul taglio Ata (-264) la somma è di -648. Il calo è considerevole. Secondo il segretario regionale della Flc Natalino Giacomini le ripercussioni potrebbero essere «drammatiche» soprattutto sulle primarie e superiori di secondo grado, dove si concentra la quasi totalità dei tagli sul personale docente. «Tagli - spiega Giacomini - che nella formulazione dell'Ufficio scolastico regionale sono di 186 posti per la primaria e 202 per le superiori di secondo grado, rispettivamente 2 e 18 posti in più rispetto al piano previsionale del ministero». Tutto questo, prosegue il sindacalista della Cgil, «mentre il numero degli alunni continua a crescere e cresce anche la richiesta di tempo pieno, che il prossimo anno vedrà un incremento del 6%». La richiesta all'Usr «è di dirci quante classi saranno costrette a ridurre l'orario da 30 a 27 ore. Inoltre, vorremmo che la questione delle compresenze fosse affrontata non più in termini di media regionale, ma sulla base dei dati plesso per plesso». Non mancano aggiornamenti sulla precarietà - la percentuale di contratti a termine è del 17,5% tra i docenti e del 22% tra gli Ata - e la constatazione che la riduzione dell'organico di diritto avrà immediate conseguenze sulle immissioni a ruolo. Da qui l'appello rivolto non solo all'Ufficio scolastico, sollecitato a una «maggiore dialettica» col ministero, ma anche all'assessore Roberto Molinaro e a tutto il governo regionale. «La giunta - dichiara il segretario generale Cgil Fvg Franco Belci - deve assumere un ruolo attivo nei confronti di Roma. Pur non avendo competenze in materia di organici, il Fvg può e deve rivendicare maggiori risorse per la nostra scuola, così come hanno fatto altre amministrazioni regionali, altrimenti i veri penalizzati saranno i giovani, già costretti a fare i conti con un allarmante aumento del tasso di disoccupazione». Chiedendo agli altri sindacati di unite le forze anti-tagli, la Cgil non esclude azione di lotta. (m.b.)


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