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Tribuna di Treviso-"La scuola in Veneto non è uguale per tutti"

IL DIRITTO ALLO STUDIO "La scuola in Veneto non è uguale per tutti" Nel Veneto la scuola non è uguale per tutti. E in futuro potrebbe essere anche meno libera. Nella nostra Reg...

23/11/2004
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La Tribuna di Treviso

IL DIRITTO ALLO STUDIO
"La scuola in Veneto non è uguale per tutti"
Nel Veneto la scuola non è uguale per tutti. E in futuro potrebbe essere anche meno libera. Nella nostra Regione il sistema del diritto allo studio è strutturalmente ingiusto, perché chi liberamente sceglie la scuola privata percepisce contributi molto superiori rispetto a chi altrettanto liberamente sceglie la scuola statale, e li ottiene anche se ha redditi relativamente alti.. Questo avviene perché la Giunta Galan nega ai cittadini una nuova legge sul diritto allo studio, che garantisca a tutti la parità all'accesso e al successo scolastico. Questa legge è stata bloccata nell'ottobre del 2000 ed è stata invece approvata nel gennaio 2001 la legge sui buoni scuola, in base alla quale la Regione assegna ogni anno 10 milioni di euro quasi esclusivamente a chi frequenta le private. Il meccanismo è semplice: può chiedere il buono scuola solo chi spende per tasse e rette più di 200 euro all'anno, cifra che non viene mai superata nella scuola statale, anche perché la Giunta provvede ad adeguarla al carovita. Nel 2004 è stata infatti aumentata di quasi 50 euro rispetto ai 154,94 euro degli anni precedenti! Eventuali 'anomalie' vengono subito eliminate. In passato alcuni studenti della scuola statale, soprattutto degli Istituti Alberghieri, hanno ottenuto qualche contributo, attestando di essere obbligati all'acquisto di apposite divise. Ma l'occhiuta vigilanza dell'Assessore è prontamente intervenuta con una delibera che da quest'anno esclude dalle spese rimborsabili i 'mezzi necessari per la frequenza della scuola, quali divise, scarpe, zoccoli, tester, ecc.'. Va detto anche che si accede ai buoni scuola con redditi fino a 40.000 euro e con detrazioni di 5.000 euro per ogni familiare a carico. Questo significa che ci sono famiglie con redditi reali fino a 50.000 euro l'anno (se a carico, oltre allo studente, c'è anche il coniuge), che percepiscono buoni scuola fino a euro 210 (elementari), 360 (medie) 520 (superiori). E parliamo di redditi netti e senza distinzione fra lavoro dipendente e autonomo. Ma chi sceglie la privata ha diritto anche ad altro: ai buoni scuola statali istituiti dalla signora Moratti e, se ha redditi inferiori a 17.721,56 euro, ai contributi previsti per tutti gli studenti veneti con redditi analoghi. A questo proposito va ricordato che l'opposizione ha ottenuto a favore di tutti gli studenti lo stanziamento nel bilancio 2004 di 5 milioni di euro per i libri di testo e un milione per i trasporti, da sommarsi ai finanziamenti che lo Stato trasferisce ogni anno, in base a leggi approvate (è bene ricordarlo agli smemorati) dal governo di centrosinistra. Se diritto allo studio è così gestito, cosa possiamo aspettarci da una scuola consegnata dalla devoluzione nelle mani di questa maggioranza? Per ora possiamo fare solo delle ipotesi, ma, a vederlo dal mattino, non sembra proprio un buon giorno. L'assessore alla Cultura, Istruzione e Identità Veneta Serrajotto gestisce infatti la scuola con piglio dogale, in modo assolutamente centralistico. Si è creato un 'forziere' personale di circa 300.000 euro, da cui elargisce contributi a scuole e associazioni secondo logiche progettuali indecifrabili, improntate alla più assoluta discrezionalità e ovviamente senza alcuna consultazione delle autonomie scolastiche. Le sue idee sulla libertà di insegnamento si evincono dalle posizioni assunte in merito ai libri di testo. Di recente ha dichiarato che occorre 'seguire un approccio diverso alla didattica della storia locale, altrimenti ci penserà la Regione a fare i libri di storia per gli studenti veneti'. In verità ha già cominciato, facendo pubblicare a spese della Regione un sussidiario per la scuola dell'obbligo e un 'Manuale di cultura veneta' per le superiori. A chi poi nutrisse speranze in una scuola veneta come luogo di educazione alla tolleranza e alla pace consigliamo una sbirciata al comunicato dell'assessore del settembre scorso, i cui si parla di 'un attacco che da secoli l'Islam sta portando contro la nostra civiltà, ma che ora in forma subdola e strisciante viene indirizzato verso la nostra identità e la nostra cultura'. Tutto ciò pare a qualcuno preoccupante e triste? Ma no, si rallegri: le scuole venete di ogni ordine e grado saranno presto tutto un fiorire di fiocchi e grembiulini, di cravatte e gonne a pieghe! Il Gruppo Consiliare di AN ha presentato una proposta di legge che assicura precedenza assoluta nell'erogazione dei contributi regionali alle scuole che adotteranno l'obbligo della divisa. La scuola 'modello Galan' sarà quindi ingiusta, intollerante, centralistica, ma apparirà anche sicuramente normalizzata e in fila per due, in perfetta sintonia con l'obiettivo di 'tutela della gioventù' che AN e i suoi alleati avrebbero voluto introdurre nello Statuto e che altro non è se non l'aspirazione a mettere sotto controllo chi pensa e i luoghi in cui si pensa. Se la nostra scuola sarà diversa dipende da tutti noi.
Adriana Costantini consigliere regionale Democratici di sinistra


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