Toscana: «Rinviare la riforma degli istituti comprensivi»
Per il segretario Flc Cgil il rischio è un ulteriore ridimensionamento dell'organico scolastico
S.REN. FIRENZE srenzini@unita.it
Dimensionamento degli istituti comprensivi? È la nuova frontiera scolastica, il Ministero lo richiede, la Regione si organizza, ma la Cgil chiede tempo. Il segretario regionale della Flc Cgil Alessandro Rapezzi è convinto che i tempi non siano ancora maturi. Segretario, cosa succede? «Il Governo con la manovra di luglio è intervenuto a gamba tesa sulle competenze delle Regioni». In che senso? «L'articolo 19 della legge 111 prevede che le direzioni didattiche e le scuole medie siano soppresse per fare nascere al loro posto istituti comprensivi con almeno 1000 alunni, numero che può essere ridotto a 500 se si tratta di zone di montagna odi aree geografiche particolari». Si, ma su questo punto le Regioni hanno fatto ricorso alla Corte costituzionale. «Certo, visto che l'organizzazione della rete scolastica è di competenza esclusiva delle Regioni. Ma il processo va avanti, anche perché in Toscana esisteva già una legge che prevedeva la realizzazione entro il 2010 del 100% degli istituti comprensivi, cosa che non si è ancora verificata, ma per evidenti difficoltà oggettive». Ma qual è la vostra posizione? «Come Cgil riteniamo che il comprensivo sia un'idea forte perché mette insieme tutta la scuola di base, rappresenta la sintesi della trasversalità dei curricoli, della continuità didattica, dunque siamo più che d'accordo sul loro sviluppo». E allora quale è il problema? Alessandro Rapezzi «È che siamo contrari a farli ora. Chiediamo il rinvio di rinviare il progetto di un anno a causa dell'incertezza della realizzazione degli organici per verificare cosa accade a primavera. È appena finito il triennio dei tagli che in Toscana ha fatto perdere quasi 6mila posti fra 2185 collaboratori scolastici e 3757 docenti, ma ancora non sappiamo fin quando continuerà l'effetto trascinamento». E dunque? «Abbiamo paura che la riorganizzazione della rete scolastica vada a sovrapporsi su questi effetti e finisca per assecondare ulteriori tagli». Ma su quali basi esattamente? «A cominciare dalle tabelle ministeriali applicate per il personale Ata: più la scuola cresce e maggiore è il numero degli alunni, più rischia di esserci un effetto taglio». Qualche esempio? «A San Casciano fino all'anno scorso esistevano due istituti, un circolo con 21 collaboratori scolastici e una media con 6, da quando quest'anno è stato unito, vi sono 1800 alunni per 21 collaboratori scolastici, gli altri 6 sono andati tutti persi. E anche con l'accorpamento dell'istituto d'arte di Sesto Fiorentino con quello di Porta Romana è andato completamente perso il numero dei collaboratori di Sesto. Insomma, il rischio di una riduzione dell'organico è concreto, per questo chiediamo a Regione e enti locali di fare una simulazione su quello che può accadere». Va bene, ma la Finanziaria non prevede che gli organici rimangano congelati? «Sì, lo prevede, ma le tabelle contengono comunque dei tagli. E poi, il congelamento riguarda solo l'organico di diritto che per la Toscana è totalmente insufficiente, lo dimostra il fatto che a quello è stato aggiunto come organico di fatto un pacchetto di 1572 docenti, più ulteriori 250 insegnanti e 100 collaboratori scolastici». Insomma, qual è il rischio? «È evidente che se c'è bisogno di queste risorse aggiuntive il congelamento dell'organico non è sufficiente. In questa situazione di sofferenza organizzare la rete scolastica senza avere come ritorno un organico adeguato rischia di aumentare ancora di più le difficoltà. Oltretutto, questa è un'operazione che nessuno ci chiede». In che senso? «Secondo la circolare del ministero relativa al raggiungimento degli obiettivi sugli istituti comprensivi la Toscana è la regione più virtuosa, eccede rispetto ai parametri previsti solo di 8 scuole contro le 262 della Sicilia». Si, ma non è che se non viene fatto, ci pensa poi d'ufficio il Ministero? «Non vedo perché, intanto, bisogna vedere come si risolve il conflitto istituzionale, la Toscana è virtuosa, ha solo 8 scuole in più, ed è in grado di opporsi a ogni atto di imperio del governo. E poi se siamo tutti d'accordo che questo Governo deve andare a casa da qualche parte bisognerà anche mettersi di traverso». Dunque cosa chiedete? Al rinvio di un anno della realizzazione dei nuovi istituti, poi là dove ci sia un progetto sostenibile non si superino i 1300-1400 alunni per istituto».+