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“Toscana, mancano centinaia di insegnanti”

Allarme della Cgil: gli studenti aumentano i prof no. Palamone: “Fatto il possibile”

28/07/2012
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la Repubblica

Mario Neri

NEMMENO il governo dei tecnici è riuscito a scongiurare l’effetto Gelmini. Anzi, sembra stia solo prolungando l’agonia della scuola. Sono gli ultimi dati disponibili sugli organici che il ministero dell’Istruzione ha assegnato alla Toscana a mettere in allarme presidi, genitori e sindacati. «All’appello mancano fra i 250 e i 500 insegnanti », dice Alessandro Rapezzi, segretario regionale della Flc-Cgil, «a settembre le nostre scuole si troveranno di nuovo in emergenza».
L’oscillazione è dovuta all’incertezza sulle nomine dei supplenti annuali, ma quelle si decideranno ad anno scolastico in corso. Per ora si conosce soltanto «l’organico di diritto», cioè la quota di cattedre che il Miur ha già fissato sulla base del numero di studenti che si sono iscritti finora (mancano i ritardatari, gli alunni che sceglieranno materne, elementari, medie o liceo all’ultimo tuffo). E sebbene l’Ufficio regionale scolastico sia riuscito a strappare a Profumo una manciata di maestri e prof in più, i docenti sono ancora troppo pochi. Soprattutto perché l’aumento non tiene il passo di una popolazione scolastica
in costante crescita. I numeri sulle iscrizioni parlano chiaro: rispetto al 2011 in Toscana approderanno sui banchi 6.068 studenti in più. Da 461.927 alunni si passa a 467.995, mentre le cattedre, al netto di 68 statalizzazioni, passano da 35.293 a 35.540. Insomma, entreranno appena 247 nuovi insegnati. «Il governo Monti si è adeguato alle cure dimagranti della Gelmini - dice Rapezzi - Infatti nell’anno appena passato il rapporto era di 1 docente ogni 13 alunni. Per l’aumento che ci ha concesso ha applicato un rapporto di 1 a 25. Volendo mantenere un livello di copertura pari a quello del 2011, di cattedre ne sarebbero servite 466, cioè altre 220. Peccato che prima della riforma avessimo un organico di circa 800
insegnanti superiore all’attuale e 12.000 studenti in meno». Unica nota positiva, le nuove assunzioni annunciate dal governo. Dei 21mila prof finora precari che quest’anno avranno la cattedra a tempo indeterminato in Italia, circa 2.000 guadagneranno il posto fisso in Toscana. «Un buon segno per i lavoratori - dice la Cgil ma per gli studenti cambia poco».
Solo una volta arrivate tutte le iscrizioni il Miur farà i calcoli sulle reali necessità. Lì si formerà l’«organico di fatto», quello con cui si tenta di riempire i vuoti e completare gli orari previsti per i vari indirizzi. Ma le cose non promettono bene. «Non ci aspettiamo niente di più e niente di meno rispetto ai numeri dell’anno passato », spiega la direttrice Angela
Palamone, direttrice dell’Ufficio scolastico regionale, «è già positivo aver ottenuto un piccolo adeguamento ». Risultato: alla fine avremo un organico simile a quello del 2011/2012: si aggirerà intorno alle 37mila unità. Insomma, gli stessi maestri e prof a fronte di 6.000 alunni in più.
«Se così fosse di cattedre ne mancherebbero oltre 500. Ma è
probabile che la scuola debba anche fare i conti con difficoltà inedite - spiega Rapezzi - A fronte di 499 posti da dirigente scolastico avremo soltanto 363 presidi». E un grido d’allarme sulla scuola arriva anche dalle Province, riunite ieri a Roma col ministro Profumo nel tentativo di frenare il taglio di 500 milioni previsto dalla spending review. «Ci metterebbe in ginocchio
- dice Giovanni Di Fede, assessore provinciale all’istruzione - Per noi significherebbe un taglio di 13 milioni entro la fine dell’anno e di 26 nel 2013. Se le misure venissero confermate saremmo costretti a stoppare i nostri progetti sull’edilizia scolastica e a mandare i ragazzi nelle aule
senza riscaldamento».
 


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