Torino: Tornano in piazza i precari e raccontano le loro storie
Più di un migliaio sfilano per le vie del centro per la manifestazione nazionale. Tra i docenti, quelli non stabilizzati sono seimila solo in provincia di Torino
Si rivolgono al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e leggono un appello col quale chiedono «un lavoro dignitoso e sicuro sufficiente ad assicurare a tutti un´esistenza libera e dignitosa». Sono più di un migliaio i lavoratori precari che sono scesi in piazza, ieri, per la manifestazione di protesta che si teneva a Torino e contemporaneamente in molte piazze d´Italia. L´appuntamento era in piazza Vittorio, in una giornata straordinariamente calda, dopodiché hanno sfilato lungo via Po e fino in piazza Castello, lasciando in molti la propria testimonianza al microfono che amplificava musica e parole tra i passanti del sabato pomeriggio in centro.
Secondo i dati di inizio anno scolastico sono oltre seimila solo in provincia di Torino i precari del mondo della scuola che lavorano con supplenze annuali e nell´incertezza di qualunque futuro. Sono da aggiungere tutti quei precari che non sono "intercettabili" perché lavorano solo su graduatorie d´istituto, con supplenze di pochi mesi. Impossibile per i giovani progettare di avere una famiglia, impossibile comprare una casa, chiedere il mutuo a una banca. Ancora più difficile la condizione dei meno giovani che rischiano il posto a ogni fine di anno scolastico e che sanno di avere poche chance di ritrovare un qualunque altro lavoro. Hanno scritto tutte queste cose sui loro manifesti, le hanno gridate con gli slogan e hanno manifestato pacificamente nella speranza di far sentire la propria voce. I sindacati hanno partecipato, ma senza bandiere. Il corteo ieri era del precariato senza sigla. Restano però vive le iniziative che alcuni rappresentanti hanno messo in piedi e stanno promuovendo. Come quella di Flc Cgil che chiede di stabilizzare in tutta Italia centomila insegnanti e Ata che costano allo Stato 500 milioni di euro in più da precari che se fossero assunti a tempo indeterminato. Ma il governo che vuole avere mani libere sui tagli e continua ad assegnare incarichi annuali anche sulle 130 mila cattedre vacanti sul territorio nazionale lasciando nella situazione di precariato moltissimi giovani che avrebbero invece diritto a un contratto a tempo indeterminato. Sempre Flc Cgil sta cercando di costituire una rete tra i precari per dare più informazione in questo caos generalizzato non solo legato ai tagli ma anche a una gestione delle graduatorie che è continuamente appesa al filo dei ricorsi.
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