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Tecnica della scuola: Dl 154, l’Emilia Romagna pronta a ricorrere alla Corte Costituzionale

Il 16 in Conferenza la decisione ufficiale assieme alle altre regioni.

15/10/2008
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La Tecnica della Scuola

di A.G.

Secondo il Governatore Errani "non si fa un intervento dall'alto senza nessun confronto mettendo il meccanismo del commissariamento senza dir nulla a nessuno: il Ministro ha scelto questa strada senza coinvolgerci e non è un comportamento serio". Contestato, in particolare, il “modo ragionieristico” che prevede la chiusura di molte scuole con meno di 50 alunni. Il 16 in Conferenza la decisione ufficiale assieme alle altre regioni.

Le regioni sembrano proprio intenzionate ad impugnare l'articolo 3 del decreto legge 154, che introduce il cosiddetto dimensionamento della rete scolastica con la conseguente chiusura o l’accorpamento degli istituti più piccoli e il commissariamento delle Regioni inadempienti: a sostenerlo è Vasco Errani, Presidente della Conferenza delle Regioni e Governatore dell'Emilia Romagna, secondo cui o il Governo si ferma e apre il confronto vero, "oppure si andrà inevitabilmente alla Corte Costituzionale". La presa di posizione fa il paio con quella della Toscana, che all’indomani dall’approvazione del decreto – approvato pochi giorni fa all’interno di un piano urgente per contenere “la spesa sanitaria e in materia di regolazioni contabili con le autonomie locali” - ha fatto sapere di voler ricorrere alla Consulta: secondo i vertici toscani vi sarebbero forti dubbi sulla costituzionalità del decreto perché invasivo delle prerogative regionali. In base alla normativa in vigore, infatti, questo tipo di scelte rimangono di competenza delle autonomie locali. Lo Stato avrebbe quindi fatto un passo troppo lungo legiferando su decisioni delicate, come può essere quella di chiudere una scuola a Capri o ad Asiago, costringendo gli alunni a sobbarcarsi lunghi viaggi in traghetto o in pullman.Dubbi di legittimità sarebbero posti anche sull'articolo 64 della legge 133 che il 6 agosto ha introdotto i criteri di dimensionamento degli istituti scolastici. Il presidente Governatore dell'Emilia Romagna è categorico."E' il Governo che ha deciso il conflitto: si parla tanto di federalismo, ma nei fatti si interviene con atti unilaterali e pesanti, su cose che riguardano oltretutto la formazione dei nostri ragazzi", ha denunciato Errani.
Secondo il Governatore era invece necessaria un'adeguata programmazione sulle reti scolastiche che andasse al di là del provvedimento conseguente alle esigenze di bilancio: "Se ci sono dei problemi non si fa un intervento dall'alto senza nessun confronto – dice sempre Errani - mettendo il meccanismo del commissariamento (entro il 15 dicembre a seguito del mancato raggiungimento degli obiettivi n.d.r.) senza dir nulla a nessuno. Il Ministro ha scelto questa strada senza coinvolgerci: non è un comportamento serio dal punto di vista istituzionale."
Secondo Errani nel decreto mancherebbero le deroghe per gli istituti situati in situazioni o zone particolari o isolate: "Questa norma dice – continua il Presidente della Conferenza - che si chiudono i plessi sotto i 50 ragazzi: significa che chiuderanno molte scuole nel paese in modo ragionieristico. Nell'interesse della formazione non si dovrebbe agire così".
Il 16 ottobre, al termine della Conferenza delle Regioni, si saprà ufficialmente la posizione maggioritaria delle regioni: se, come sembra, decideranno di dare battaglia si preannunciano risposte non certo a breve scadenza. E nel frattempo le legge sarà già entrata in vigore obbligando molte regioni ad applicarla.
Il 16 ottobre, al termine della Conferenza delle Regioni, si saprà ufficialmente la posizione maggioritaria delle regioni: se, come sembra, decideranno di dare battaglia si preannunciano risposte non certo a breve scadenza. E nel frattempo le legge sarà già entrata in vigore obbligando molte regioni ad applicarla.
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