Sicilia. Scuola, dispersione record: siamo gli ultimi d’Italia
Cinque per cento di fughe dall’istruzione obbligatoria, alle superiori si arriva al 50
SALVO INTRAVAIA
LA SICILIA resta ai vertici europei per dispersione scolastica, nonostante una sensibile inversione di tendenza. Il vicesegretario regionale del Partito democratico, Mila Spicola, parla di «fenomeno gravissimo, il più alto in Italia, che riguarda gli studenti di contesti sociali, economici, culturali e familiari deboli, di cui si conoscono perfettamente cause e rimedi». E sono gli istituti professionali a mostrare le situazioni più gravi ma anche le scuole elementari e medie ubicate in quartieri dove sono presenti degrado sociale, disoccupazione e
povertà. Basta fare qualche esempio per schiarirsi le idee. Se all’elementare la dispersione (somma tra evasori, abbandoni e non promossi) è a livelli abbastanza contenuti, alla scuola media la situazione appare già gravissima. Perché a livello regionale siamo ancora sul 5 per cento e in provincia di Palermo il dato schizza al 6,6 per cento. Alla media Pertini, allo Sperone, la dispersione supera il 26 per cento. Madre Teresa di Calcutta e Di Vittorio viaggiano invece attorno al 16 per cento. Maurizio Gentile, responsabile dell’Osservatorio regionale sulla dispersione scolastica, ci tiene a precisare che «alla media la dispersione
è in contrazione dal 2008-2009». Ma i tagli agli organici hanno dimezzato gli operatori che lavorano sulle situazioni più delicate. E in alcune scuole superiori si toccano quote di dispersione da terzo mondo. Nel 2011-2012, l’Ipsia D’Acquisto di Bagheria ha sfiorato il 49 per cento, seguito dall’alberghiero Borsellino di Palermo al 40 per cento. «Il meccanismo — spiega Gentile — è sempre lo stesso: gli studenti più deboli delle scuole medie si iscrivono nei professionali e in queste scuole la dispersione schizza in alto». Sono 34 mila i giovani siciliani che ogni anno interrompono gli studi o vanno incontro a una bocciatura,
spesso anticamera dell’abbandono. Di cui oltre 9 mila nella sola provincia di Palermo. Numeri da vera emergenza che hanno come diretta conseguenza gli Early school leavers (i giovani di età compresa fra 18 e 24 anni che abbandonano prematuramente gli studi) che si fermano alla licenza media. Con il 24 per cento, la Sicilia si piazza all’ultimo posto in Italia, che a sua volta è al quartultimo posto nell’Ue a 27 paesi. «Stiamo lavorando — dice il neoprovveditore Marco Anelllo — per aprire anche nei pomeriggi le scuole a rischio, è il migliore modo per combattere la dispersione».