Sicilia. Prof assunti vent’anni dopo il concorso
Via alle immissioni in ruolo, c’è chi aspetta dal 1990. I posti materia per materia
SALVO INTRAVAIA
DOPO tanti tagli, per il personale della scuola siciliana arrivano le attesissime immissioni in ruolo. Una notizia che contribuirà a dare serenità a tante famiglie alle prese con la crisi economica e il precariato. Martedì pomeriggio il ministro dell’Istruzione, Francesco Profumo, ha incontrato i sindacati e ha annunciato l’assunzione a tempo indeterminato di poco più di 21 mila tra precari e vincitori dei concorsi a cattedra banditi nel 1990 e nel 1999. I destinatari dei contratti a tempo indeterminato saranno infatti individuati per il 50 per cento dalle affollate
graduatorie provinciali dei precari e per la restante parte dalle graduatorie degli ultimi due concorsi.
In Sicilia, colpita duramente dai tagli messi a segno negli anni di Berlusconi e Gelmini, arriveranno in tutto 1.300 posti: 105 per la scuola dell’infanzia, appena 21 per la scuola elementare, 678 per i docenti della scuola media e 375 per i colleghi della scuola superiore. Saranno assunti, inoltre, quattro educatori — in forza negli educandati e nei convitti nazionali — e 117 insegnanti di sostegno.
Palermo è la provincia che farà la parte del leone — 302 assunzioni — seguita da Catania con 252 e da Siracusa con 151 immissioni in ruolo. Ma i sindacati non sono affatto contenti della distribuzione effettuata a Roma. «Posti con il contagocce in Sicilia per le immissioni in ruolo dei docenti», è il primo commento della Flc-Cgil regionale. «Appena 1.300 posti complessivamente — dice Giusto Scozzaro — pari a poco più del 6 per cento sul totale nazionale, con appena 21 posti nella scuola primaria in tutta la regione».
In effetti, la Sicilia è la regione più penalizzata a livello di scuola primaria. In Lombardia, grazie anche all’incremento degli alunni, le assunzioni nella scuola elementare saranno 890, in Emilia-Romagna 521. «Nella scuola primaria siciliana — spiega Scozzaro — continuano gli effetti della riforma Gelmini che ha ridotto il tempo scuola settimanale degli alunni, eliminando il modulo di tre insegnanti su due classi e reintroducendo il maestro unico. Una scuola senza specialisti di lingua inglese, senza sperimentazioni, senza innovazioni metodologiche, che allarga il divario sociale tra Nord e Sud del Paese. Ormai — tuona il sindacalista — in Sicilia siamo alla scuola classista, una scuola pubblica che a stento garantisce livelli minimi di conoscenze, lasciando alle famiglie più agiate la possibilità di arricchire l’offerta formativa a pagamento».
Alla media più di un terzo delle cattedre andranno ai precari (o ai vincitori di concorso) di Italiano — 235 posti — e 115 posti ai professori di Matematica. Al superiore la riforma Gelmini sta ancora dispiegando i suoi effetti — a settembre entrerà al terzo anno — e i posti a disposizione sono appena 375. Anche
nella scuola secondaria di secondo grado la maggior parte delle cattedre — 92, di cui 14 a Palermo — è appannaggio dei docenti di Italiano della classe A050, mentre 46 cattedre saranno a disposizione dei supplenti
di Matematica e Fisica. Infine, ci sarà posto anche per 117 insegnanti di sostegno: 9 ad Agrigento, 5 a Caltanissetta, 21 a Catania, 11 a Enna, 16 a Messina, 27 a Palermo, 2 a Ragusa, 11 a Siracusa e 15 a Trapani.
Nei prossimi giorni, i singoli provveditorati e l’Ufficio scolastico regionale pubblicheranno i calendari per le convocazioni, che presumibilmente partiranno dopo Ferragosto