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Sicilia-Contratto, docenti infuriati-In arrivo girotondi anti-Moratti

In arrivo girotondi anti-Moratti Gli slogan sono già pronti. Contratto, docenti infuriati Viva è ancora l'eco del dibattutissimo tema dell' l'apertura dell'anno scolastico. Turbatissimi i ...

25/09/2002
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La Sicilia

In arrivo girotondi anti-Moratti
Gli slogan sono già pronti. Contratto, docenti infuriati

Viva è ancora l'eco del dibattutissimo tema dell' l'apertura dell'anno scolastico. Turbatissimi i librai perché lo smercio dei testi in adozione procede a singhiozzo, apparentemente intristiti gli alunni cui si è fatto capire che l'inizio ritardato preclude, nel contesto degli obbligatori 200 giorni, la possibilità di gite e di vacanze tradizionali, imbronciati gli stessi docenti: l'inizio di regolari lezioni riesce più gradito delle stereotipe e logorroiche assemblee. Quel che meraviglia è che nello stesso paese le date di inizio delle lezioni sono diversificate. Non si è raggiunta un'intesa non diciamo nelle grandi città, ma nemmeno nei centri minori. Polemiche a non finire!
Prima c'era una data unica per tutta Italia, così come per le gare del campionato calcistico. Nel refrain di una famosa canzone che fece la fortuna di Rita Pavone (quella della "Pappa col pomodoro") si lamentava l'assenza dell'uomo nel sacro giorno domenicale. Ora la leggenda è sfatata. Si gioca il sabato, la domenica, il martedì, il mercoledì per le tante Coppe nazionali e internazionali. Un calendario ondivago, scosso all'inizio, tormentato per tutta l'andata. Scuola e calcio hanno smarrito per strada il vecchio modulo prima scrupolosamente osservato. E' il trionfo della novità che stupisce e ammalia. L'arte pedatoria ha già offerto i primi saggi, la scuola si dimena ancora tra una data e l'altra. Ogni Pof (rendiamocene conto!) vuole i suoi tempi. Non è il Pof il cuore dell'autonomia? Non guastiamone i salutari effetti confezionando un calendario inadeguato alle specifiche esigenze! C'è da pensare che, superato lo scoglio del disagio iniziale, la scuola riprenda i suoi normali ritmi. Vana illusione.
Professori indispettiti per i ritardi del rinnovo contrattuale, sconcertati dalle inadempienze finanziarie dello Stato che non paga nemmeno i dovuti arretri ai gestori di corsi abilitanti tenuti due anni fa, in cuor loro anche invidiosi della buona sorte dei dirigenti cui finalmente è stata resa giustizia. Non è quello che si sperava l'aumento delle prebende, ma un sostanzioso contratto c'è stato.
E i ragazzi? Statene certi. Gli slogan sono già pronti. Se il girotondo lo fa Nanni Moretti, emerito regista di una manifestazione riuscita, volete che ai doveri della protesta si sottraggano i giovani? Dopo l'iniziale rodaggio, la piazza si popolerà di studenti protestatari. Che merita la Moratti? A Moretti osanna, alla Moratti crucifige. Ma - si dirà - il ministro ha rallentato la marcia introducendo uno spicchio di sperimentazione riformista. Non basta. Che il Consiglio nazionale della pubblica istruzione abbia dato alla riforma una sia pur condizionata approvazione non è motivo sufficiente per frenare le prevedibili impennate studentesche. Vorremmo essere smentiti, ma il cielo minaccia tempesta. Poi, alla fine, i dirigenti faranno certamente il conto delle giornate dedicate ai girotondi o alle autogestioni. Non hanno i giovani il diritto di manifestare? Né più né meno come ai tempi di Berlinguer e De Mauro, quando la salvifica riforma (quella dell'onda anomala del 2007!) venne approvata dal Parlamento con il compiaciuto consenso delle masse giovanili.
Il governo Berlusconi è antitesi ai poteri del magico re Mida. Quel leggendario personaggio faceva oro quel che toccava, a differenza del nostro premier che qualunque cosa dica o faccia merita sonori fischi e pittoreschi cortei. Ci sono anche gli insulti. Fanno parte di un costruttivo e democratico colore.
Girolamo Barletta


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