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Si va in vacanza ma è caos: tagliati altri 123 insegnanti

Modena. Alla materna 252 bambini di tre anni non avranno il proprio posto assegnato. Sale la protesta dei genitori: oggi manifestazione, già raccolte 1900 firme

11/06/2011
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Gazzetta di Modena

di Davide Berti

Finisce la scuola, ma non i problemi. Oggi è l’ultimo giorno ma c’è poco da festeggiare per la scuola modenese. Sembrano lontani i tempi di Modena segnalata al sesto posto nell’indagine di “Tutto scuola” come città virtuosa del sistema scolastico. O se ancora fosse veritiero questo dato c’è da chiedersi come sia la situazione nel resto d’Italia. Una magra consolazione che non deve essere una scusa, perchè ancora una volta i numeri dettati dall’effetto della legge 133 del 2008 sono inequivocabili: se fino ad oggi, nei primi due anni di applicazione dei tagli, Modena ha dovuto fare a meno di quasi 400 insegnanti, altri 123 si aggiungeranno per il prossimo anno scolastico. E tutto questo a fronte di un aumento di bambini e ragazzi in età scolare, dalla scuola elementare agli istituti superiori, di circa duemila unità. La mappa dei tagli Nelle 95 scuole della provincia di Modena lavorano circa 9500 persone tra insegnanti e personale ata. È qui che i tagli si faranno sentire. A cominciare già dalle scuole elementari: undici posti in meno alla scuola primaria significa aumento del numero di alunni per classe e famiglie costrette a migrare di scuola in scuola. Per Beppe Stefani del coordinamento provinciale dei genitori il problema è generalizzato: «Abbiamo ricevuto segnalazioni da diversi comuni di prime elementari che non partiranno. Oltre a Modena anche Spilamberto, Castelvetro e Castelfranco, tanto per fare alcuni esempi». Ma i problemi, per dire quanto siano diffusi, cominciano già negli anni precedenti: «Parliamo anche di scuole materne dove non si coprirà l’intera richiesta di posti». Aggiunge Stefano Colombini, segretario della Flc Cgil: «Sono 252 i bambini di tre anni che non potranno accedere alla scuola dell’infanzia statale per mancanza di insegnanti. E non tutti possono permettersi di ricorrere alle scuole private. È un diritto che viene meno». Il ricorso al Tar Tornando agli insegnanti i numeri più alti sono comunque alle medie e alle superiori. Nel primo caso, 42 posti in meno per i professori significa dire addio al tempo prolungato: «Non esisterà da nessuna parte - dice sempre Colombini - ed è un servizio sul quale tante famiglie hanno sempre contato». La situazione è talmente delicata che la Cgil sta valutando anche un’azione piuttosto netta: «Per chi, ad esempio - continua Colombini - si vede negare in corso d’opera, quindi al secondo o al terzo anno delle medie la possibilità del tempo prolungato, stiamo studiando se esiste la possibilità di un ricorso al Tar. Superiori nella bufera Per gli istituti superiori, invece, il taglio è di 70 insegnanti, e ovviamente, se fino ad ora il disagio li avevano sentiti soprattutto i precari, adesso riguar derà tutti. Di fatto significa che ci saranno docenti di ruolo che finiranno in esubero provinciale, cioè per la loro materia non ci sarà nessuna cattedra disponibile in tutta la provincia: «Questo - spiega Colombini - non significa essere licenziati ma finire a disposizione delle scuole per qualsiasi cose, dalle supplenze ai progetti vari. L’ultimo dato dice che alle superiori ci saranno 87 docenti perdenti posto. I tagli riguarderanno anche il personale ata: «Non c’è ancora il dato scorporato per la nostra provincia ma, mantenendo le solite proporzioni, non saranno meno di 120 persone tra collaboratori scolastici, amministrativi e assistenti tecnici. Le carenze sono anche nei dirigenti scolastici: su 95 scuole, 22 l’anno prossimo saranno scoperte e qualcuno sarà chiamato a doppi incarichi. Genitori in piazza Non è un caso che la festa di fine anno per la conclusione delle lezioni coincida oggi con la manifestazione che il coordinamento provinciale dei genitori ha messo in atto. Dalle 9.30 alle 18 in piazza Matteotti per dimostrare che l’unico taglio che conta è «quello del salama - sorride spiegando l’iniziativa Beppe Stefani - per dimostrare che solo con la cultura si mangia». Ma la battaglia per la scuola modenese non vuole avere bandiere, perchè dovrebbe interessare tutti. È per questo che in pochi giorni sono state raccolte già 1900 firme e oggi si proseguirà «per cercare di salvare la scuola».


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