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ScuolaOggi-La scuola e FI: 50 modi di glissare i problemi veri

Ho letto il programma sulla scuola di Forza Italia o meglio la sintesi fatta su questo giornale dalla Sottosegretaria on.Valentina Aprea.

22/03/2006
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ScuolaOggi

8 pagine e 50 punti-obiettivo. Uno sguardo rivolto più al passato che al futuro. Un puntiglioso elenco di tutte le cose fatte, avviate o soltanto preannunciate in questi cinque anni.

Molti proclami, molta enfasi, come se prima del 2001 ci fosse stato il nulla, il vuoto.

A dire il vero i grandi processi di razionalizzazione del nostro sistema scolastico avevano già preso corpo alla fine degli anni ottanta, per proseguire negli anni novanta.

La stagione del dimensionamento delle unità scolastiche, la nascita degli istituti comprensivi, la nascita degli organici funzionali gettarono le basi, proprio in quegli anni, per la scuola dell’autonomia, della Dirigenza Scolastica e della novità dei DSGA.

Il decentramento amministrativo veniva completato col riordino del MIUR e la nascita delle Direzioni Scolastiche regionali, superando i vecchi Provveditorati.

Alla fine degli anni novanta si mise mano anche al reclutamento con l’avvio dei concorsi del personale docente e il primo assestamento delle graduatorie permanenti.

Sul piano politico s’innalzava l’obbligo scolastico a 15 anni e si tentava per la prima volta nella storia del nostro Paese, una riforma organica di tutto il sistema scolastico (riforma Berlinguer-De Mauro). Sappiamo come andò a finire. Metà del tempo a disposizione della XIV Legislatura fu dedicato a smantellare, attenuare e superare, tutte le riforme del centro sinistra.

L’informatica e l’Inglese nelle scuole non sono certo invenzione del centro-destra, c’erano già e in forte espansione anche nella primaria.

Quello che i 50 punti del programma di Forza Italia non dicono e non affrontano, riguarda soprattutto il nodo delle risorse…

Le risorse per il funzionamento delle scuole, per le supplenze; le risorse per finanziare il varo della riforma nel secondo ciclo… Nei cinque anni del centro-destra è sotto gli occhi di tutti che alle scuole statali sono andate sempre meno risorse, dirottandole ora sulle scuole private, paritarie, sul buono scuola ..ora per risanare il bilancio dello Stato.

Le scuole statali sono diventate sempre più povere e senza risorse nessuna riforma degna di questo nome potrà mai decollare. E’ quanto hanno lamentato le Regioni a proposito della riforma del secondo ciclo. Sul tempo pieno nella primaria non si dice nulla, né sul tempo prolungato nelle medie. Si parla di personalizzazione dell’insegnamento e di grande protagonismo delle famiglie…salvo negarlo nei fatti coi tagli agli organici, con 35mila posti in meno. Meno tempo scuola per tutti. Organici di strumento musicale bloccati al 1999. Le assunzioni dei precari tanto sbandierate, dopo due anni di digiuno, non riescono a coprire nemmeno il turn-over del personale. Ci si vanta, invece, dell’assunzione in ruolo di 15mila insegnanti di religione, il che la dice lunga sulla natura liberale del progamma di F.I.

I precari oggi in Italia, tra docenti e ata, ammontano complessivamente a 220mila unità.

Aumentano invece di diminuire.

E sul personale ATA nel programma di F.I. si glissa del tutto, neanche un accenno. Rimossi.

Come rimossa è la riforma degli Organi Collegiali. Scuola – azienda, presidi manager, silenzio assoluto. Contratti separati per docenti e ATA, abolizione delle RSU e della contrattazione.

Integrativa…(eppure il tentativo c’è stato in questa legislatura), silenzio assordante.

E non stiamo parlando di quisquiglie! Per il resto basta far parlare i fatti. Il 90% delle famiglie, almeno a Milano, scegliendo il tempo pieno (quello tradizionale) ha bocciato la riforma Moratti.

Nella secondaria superiore, quando 6mila studenti preiscritti, per restare solo alla provincia di Milano, non si presentano nelle classi a settembre, la dice lunga sul diritto-dovere e sui vari tentativi d’anticipare una riforma, sempre più contestata e sempre più azzoppata.

Comunque un giudizio su quei 50 punti del programma di F.I. la maggior parte dei lavoratori della scuola l’ha già dato. Il 9 – 10 aprile, siamo sicuri, lo daranno anche i cittadini elettori.

Pippo Frisone


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