SardegnaOggi: Scuola: Cgil e Uil, in Sardegna 1.688 docenti in meno nel 2012
Il segretario generale della Flc-Cgil della Sardegna, Peppino Loddo, che in una nota denuncia "ancora una volta la forsennata politica di tagli sulla scuola sarda, perpetrata dal Ministero e dai suoi uffici regionali, e l'inerzia della Regione nel difendere il sistema scolastico sardo
Scuola: Cgil e Uil, in Sardegna 1.688 docenti in meno nel 2012
Saranno almeno 1.688 i posti in meno nell'organico dei docenti della scuola in Sardegna, attualmente composto da 21 mila insegnanti, 33 le autonomie scolastiche che rischiano di chiudere su 426 esistenti, mentre si teme per una riduzione di oltre 500 lavoratori del personale tecnico ed amministrativo (il 17% sugli attuali 8.200 Ata). I dati, elaborati dalla Uil Scuola e dalla Flc-Cgil si riferiscono ai tagli pari a circa il 40% (per le regioni del Meridione) che dovranno essere operati dal Ministero dell'Istruzione nel prossimo triennio 2009-2012.
CAGLIARI - Secondo l'elaborazione delle Uil nella scuola primaria si perderebbero 374 insegnanti, in quella secondaria di I grado 677 e nel II grado 604. A queste riduzioni (per ora tutte sulla carta) la Uil Scuola aggiunge 1.502 pensionamenti nell'anno scolastico 2009-2010 (683 a Cagliari, 336 a Sassari, 306 a Nuoro e 177 ad Oristano), mentre i precari che rischiano di non trovare una cattedra libera a settembre 2009 potrebbero essere 810, soprattutto nelle scuole secondarie di I e II grado. ed il segretario della Uil Scuola,
Una mobilitazione per salvare i posti di lavoro della scuola in Sardegna. La Uil ha messo in guardia dal rischio che almeno 2.200 lavoratori (fra docenti e personale Ata) possano essere espulsi dal mondo dell'istruzione con la conseguente offerta formativa. Con una lettera, che sarà consegnata questo pomeriggio alle 16, alla Giunta regionale, il Sindacato chiede di aprire un confronto per definire organici adeguati alle scuole, rispondere alle esigenze delle famiglie e lasciare all'autonomia degli istituti l'organizzazione del tempo scuola e della didattica. "Soprattutto - ha detto il segretario generale, Francesca Ticca - occorre riconfermare gli incarichi annuali dei precari con le risorse che potrebbero arrivare dal Progetto Scuola (delibera 51 del settembre 2008) per il quale il precedente Esecutivo regionale aveva stanziato 30 milioni di euro. Ebbene, serve una clausola che preveda l'utilizzo dei precari per i progetti di lotta alla dispersione scolastica, a favore del diritto allo studio e per l'integrazione degli studenti disabili. In un secondo momento, con il collegato alla Finanziaria 2009 si potrà fare un ragionamento più approfondito sulle risorse per l'istruzione in Sardegna". Il Segretario generale della Uil Scuola, Giuseppe Maccioccu, ha annunciato che il 18 aprile il Sindacato chiamerà a raccolta tutti i rappresentanti dei lavoratori nelle singole scuole per analizzare i dati dell'istruzione in Sardegna. Intanto martedì prossimo è stato fissato un incontro con l'Ufficio Scolastico regionale per verificare l'entità dei "tagli" e trovare soluzioni.
Un "disastro che pioverà sulle scuole sarde in termini di dimensionamento della rete scolastica entro il 2012". E' il commento del segretario generale della Flc-Cgil della Sardegna, Peppino Loddo, che in una nota denuncia "ancora una volta la forsennata politica di tagli sulla scuola sarda, perpetrata dal Ministero e dai suoi uffici regionali, e l'inerzia della Regione nel difendere il sistema scolastico sardo". Loddo ricorda che "la grande manifestazione regionale del 18 marzo 2009 con le migliaia di lavoratrici, lavoratori della scuola e studenti e l'importante adesione allo sciopero della Flc-Cgil hanno posto con forza la drammaticità dell'emergenza scuola in Sardegna" e ora "aspettiamo dal nuovo Consiglio Regionale e dalla nuova Giunta parole chiare sull'avvenire del sistema formativo isolano, dalla Direzione Scolastica Regionale comportamenti di non supina accettazione dei tagli e di sostegno alle ragioni della scuola sarda". Dall'analisi dei tagli, secondo Loddo, viene fuori una evidente penalizzazione di tutti quei territori, già poveri di risorse, "che già oggi sono disagiati e carenti dal punto di vista delle strutture e dei servizi di supporto (trasporti, mensa, edilizia scolastica)".