Roma, settimana di fuoco per i tagli al tempo pieno
Si moltiplicano i ricorsi al Tar. Meno 111 classi nella primaria. Da domani proteste negli istituti. Comincia l’orario-spezzatino con più maestri
di ALESSANDRA MIGLIOZZI
Genitori sul piede di guerra. Nelle scuole romane sale la protesta per i tagli decisi dal ministero dell’Istruzione che in questi giorni si stanno concretizzando: ai presidi sono arrivate le disponibilità di docenti per il prossimo settembre e le richieste di tempo pieno, alla primaria, non sono state completamente soddisfatte. Mentre l’inglese perde di qualità con gli specialisti che passano da 445 a 98: insegneranno la lingua i maestri di matematica e italiano. Alle superiori, come spiegano dal liceo Croce «c’è persino il rischio che le classi del primo anno del triennio vengano accorpate senza tenere conto dell’indirizzo che il ragazzo frequenta». Ovvero, potrebbe scattare il cambio in corsa. Per questo da domani il coordinamento delle scuole romane in mobilitazione organizzerà proteste in tutti gli istituti. Il 30 e 31 maggio scatterà la contestazione sotto al ministero dell’Istruzione con due sit-in. Alcune scuole stanno facendo ricorso al Tar contro i tagli.
Negli scorsi giorni sono arrivati sotto alle finestre dell’ex Provveditorato i genitori della Di Donato, dove su 17 classi di tempo pieno chieste ne sono state concesse 14. Nessuno avrà il servizio alla primaria di Via Petrocelli, alla Romanina, che avrà solo 3 prime a tempo normale anche se i genitori lavorano tutti. Nella scuola di Via dell’Archeologia mamme e papà stanno occupando per protesta: le classi a tempo pieno sono 25, servono 50 docenti per coprirle, ma la scuola ne avrà 49. Niente più tutela del tempo pieno vecchia maniera, insomma, si entra nell’era dello spezzatino: l’orario sarà coperto da un maestro prevalente e da altri docenti tappabuchi. Con l’avallo del ministero. Secondo la Flc Cgil: «Più di mille bimbi potrebbero essere esclusi dalla mensa». I presidi pensano alle strategie: l’ultima frontiera è quella di far pagare il tempo pieno, come nell’istituto comprensivo di Via Puglie. Nelle classi a tempo pieno ufficiali, si dà la precedenza ai residenti e ai disabili. Chi resta fuori, se vuole il servizio, lo paga. Quest’anno nella scuola primaria di Roma e provincia gli iscritti saranno 1.636 in più, ma le classi calano: sono 111 in meno di cui 52 a tempo pieno. I tagli sul Lazio si abbattono con 1.989 posti che saltano nell’organico dei prof. La maggior parte sono su Roma e provincia, dove solo alla primaria il conto segna meno 760 posti. Per risparmiare è necessario fare accorpamenti di classi. «Chi aveva il tempo pieno lo scorso anno avrà la conferma - spiega Rosetta Mazziotta, della Cisl Scuola - Ma accontentare le nuove domande diventa più difficile». Il meccanismo dei tagli è perverso, l’amministrazione scolastica deve applicare quanto chiesto dal ministero. Se una scuola ha bisogno di meno classi a tempo pieno lì si opera il taglio che, però, non viene compensato in una scuola che chiede tempo pieno in più. La classe sparisce. Ecco perché i plessi delle aree periferiche «hanno più problemi - dice Paolo Mazzoli, preside del 115° circolo e presidente dell’Asal, Associazione scuole autonome del Lazio - perché lì la domanda è più recente». L’Asal ha fatto partire decine di lettere indirizzate ai genitori dei bambini di 80 istituti per far capire la situazione dei tagli. La Flc Cgil chiede alla Regione di fare «forza comune» nel chiedere al ministero di alleggerirli. In Lombardia l’hanno fatto e hanno ottenuto indietro 400 posti. Quest’anno alla scuola primaria saranno iscritti oltre 170mila alunni, quelli che avranno il tempo pieno in prima saranno 21.798, l’anno scorso erano 22.115. Le prime a tempo pieno sono passate da 1.000 a 986. Le zone dove la richiesta resta più scoperta «sono le periferie storiche - spiega Mazzoli - i municipi come il XII, il XIII, il VI, il VII».