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Resto del Carlino/RAvenna: QUELLA annunciata da Maria Stella Gelmini, ministro dell’Istruzione, non è una ‘cura dimagrante’

ma una serie di disposizioni che rischia di mettere pericolosamente in ginocchio la scuola

28/06/2008
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Il Resto del Carlino

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«QUELLA annunciata da Maria Stella Gelmini, ministro dell’Istruzione, non è una ‘cura dimagrante’, ma una serie di disposizioni che rischia di mettere pericolosamente in ginocchio la scuola». Il grido d’allarme arriva da Monica ottaviani, segretaria provinciale della Flc Cgil, in merito alle decisioni del Governo contenute nel decreto legge 112 del 25 giugno. «Al suo interno — prosegue Monica Ottaviani — ci sono scelte sulla scuola che nell’arco del triennio 2009-2011 ridurranno il personale di 143mila unità (100mila docenti e 43mila esponenti del personale Ata): un vero dramma». LE PREOCCUPAZIONI, spiega la Cgil, solo accennate nei giorni scorsi, oggi si rilevano nella loro interezza. «Il decreto — aggiunge — promette di avere pesantissime ricadute anche nella nostra provincia. Facendo le dovute proporzioni il dato è questo: 500 docenti in meno e 200 Ata in meno nell’organico complessivo delle scuole del territorio provinciale, dalle elementari fino alle superiori». IL GOVERNO, la Cgil ne è convinta, «ha in mente un programma che metterà in ginocchio la scuola pubblica». Il decreto parla infatti di un aumento degli alunni per classe; del taglio delle ore curricolari con riduzione a 32 negli istituti tecnici e professionali; della modifica dei programmi; di accorpamento di classi di concorso; di insegnante unico nella scuola primaria; di revisione dei criteri per la formazione delle classi; di revisione dei criteri per la determinazione del personale; di taglio del tempo pieno. «SI TRATTA di una vera aggressione — denuncia Monica Ottaviani — sui punti di qualità e di eccellenza della scuola, nessun segmento della scuola pubblica uscirà indenne da questa manovra e queste scelte produrranno un risparmio della spesa pari a 7,8 miliardi di euro. La scuola pubblica diventa la principale fonte di risparmio della spesa dello Stato a copertura dei provvedimenti adottati su Ici e detassazione degli straordinari. Questa scelta è scellerata e devastante, ognuno per la propria parte deve scendere in campo con tempestività denunciando con puntigliosità il collasso che la scuola rischia con tagli così drastici e con conseguenze irrecuperabili sulla qualità del nostro servizio scolastico».


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