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Resto del CArlino-Pesaro-Con l'avvento della nuova riforma ....

di Giuseppe Dini* Con l'avvento della nuova riforma della scuola, l'orario delle lezioni nel tempo normale della media, si riduce a 27 ore settimanali al posto di 30. Molti dubbi, incongruenze, incer...

29/02/2004
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Il Resto del Carlino

di Giuseppe Dini*
Con l'avvento della nuova riforma della scuola, l'orario delle lezioni nel tempo normale della media, si riduce a 27 ore settimanali al posto di 30. Molti dubbi, incongruenze, incertezze, vengono da questa nuova riforma della scuola, così da ergerci a tenaci oppositori. Vorrei parlarvi di una disciplina dimenticata, poco valutata, che di fatto sparirà dal nuovo ordinamento scolastico: Educazione tecnica. Perdere quest'aspetto culturale, seppure di tipo tecnologico è una sconfitta per tutti. 40 anni fa si chiamava Applicazioni tecniche maschili e femminili ed era facoltativa come Latino e Musica; oggi il ministro dell'Istruzione, la rende opzionale riportandoci a quell'epoca: basta leggere i nuovi programmi allegati al decreto della riforma per trovarci fra le attività da proporre, cucito e ricamo, la vecchia economia domestica. Eppure in questi anni, la disciplina che insegno ha guadagnato il suo senso culturale, epistemologico, permettendo un fluido rapporto tra teoria e pratica, tra scienza e tecnologia. E' una disciplina della contemporaneità, della trasformazione e dell'artificiale. E'insegnata in tutti i paesi europei e da pochi anni è stata inserita nel curriculum scolastico dell'Argentina. Educazione tecnica offre tante possibilità: ecletticità, rapporto tra teoria e pratica, senso critico, collegamento tra scuola e territorio. Per far capire la disciplina uso riportare la frase del fondatore degli scouts Baden Powell: "Se ascolto dimentico, se osservo ricordo, se faccio imparo"; vi si apprendono termini specifici, sui modelli realizzati non solo si progetta, ma si misura, si calcola, si verifica; le problematiche ambientali con i loro sistemi impiantistici, le filiere energetiche e le relative problematiche, le visite guidate calate nel concreto di quanto si apprende, la conoscenza dei diritti del cittadino consumatore, allenano i ragazzi ad essere gli adulti del futuro. La scuola media non ha bisogno di tante forme caotiche di flessibilità: ha già la possibilità di fare i laboratori; ha le Educazioni, artistica, musicale, fisica, tecnica, che erano state pensate anche per questo. I consigli di classe sono staff autonomi che posso fare tutti i progetti possibili. La scuola deve tornare ad offrire cultura e dare ai ragazzi d'oggi, dei limiti entro cui si devono orientare per la loro crescita educativa. Chiedo un gesto di solidarietà per la disciplina che insegno, Educazione tecnica, a tutti i miei allievi e relative famiglie, agli ex allievi delle scuole della provincia dove ho insegnato, ai tanti amici, a chi crede che l'eliminazione di questa disciplina sia una perdita culturale della scuola. Vi invito a diffondere questo appello e a scrivere al ministero dell'Istruzione, chiedendo la revisione di questa riforma e la rivalutazione di Educazione tecnica. Chi vuole saperne di più, può leggere l'appello per intero, può visitare il sito delle scuole dell'Emilia Romagna: www.scuolaer.it, e cliccare su Rubrica e poi su "solidarietà per Ed. tecnica".
*Professore dell'Istituto comprensivo "Bramante" di Fermignano


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