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Resto del CArlino-Pesaro-"Caro studente, ti faccio il test" Fondi a chi ha allievi più bravi. "Problemi? No, aiuta ad alzare il livello

SCUOLAA Pesaro, a differenza di altre città, la novità della Moratti viene bene accettata "Caro studente, ti faccio il test" Fondi a chi ha allievi più bravi. "Problemi? No, aiuta ad alza...

28/04/2005
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Il Resto del Carlino

SCUOLAA Pesaro, a differenza di altre città, la novità della Moratti viene bene accettata
"Caro studente, ti faccio il test" Fondi a chi ha allievi più bravi. "Problemi? No, aiuta ad alzare il livello"
PESARO Qui quasi nessuno si oppone al "lascia o raddoppia" introdotto per valutare la scuola pubblica. Mentre in altre città d'Italia si coglie la protesta contro l'applicazione dei test "Invalsi" (istituiti dalla riforma Moratti per misurare sia i livelli di apprendimento degli studenti che la validità dei metodi utilizzati dai docenti), a Pesaro le scuole medie ed elementari intervistate non hanno segnalato particolari problemi nell'attuazione, né proteste da parte di insegnanti e genitori.
In pratica si tratta di una serie di quesiti a risposta multipla che vanno sottoposti entro aprile agli allievi di II, IV elementare e di I media (per le superiori sono facoltativi). Lo scopo è quello di misurare l'efficienza e l'efficacia del sistema scolastico, attraverso un test che valuta conoscenza e competenza dell'alunno.
Tra le principali critiche avanzate da gruppi di genitori e docenti in molte città d'Italia, c'è quella che i test non riescono a misurare adeguatamente la preparazione, veicolano una cultura frantumata e nozionistica, provocano ansia nei ragazzi e non tengono conto delle diverse intelligenze. Il rischio fatto presente dal Coordinamento nazionale in difesa del tempo pieno e prolungato è quindi che creatività e approfondimento diventino secondari,"e visto che il punteggio ottenuto dalla scuola sembra influirà dicono sui finanziamenti e sulle iscrizioni, i bambini con maggiori difficoltà rischieranno a loro volta di diventare un problema per la classe e le sue prospettive di punteggio".
"Noi abbiamo aderito ai test volontariamente già 3 anni fa racconta la preside dell'istituto Leopardi Annabella Vannucci quando ancora non erano obbligatori, e nessuno ha mai sollevato alcuna eccezione. Siamo rimasti soddisfatti anche degli esiti ottenuti, superiori alle medie regionali e nazionali. Certo ammette i test non sono eccezionali come prove, e tra l'altro spesso contenevano termini inadeguati per la comprensione dei ragazzi, ma credo che saranno perfezionati". Anche all'Olivieri si è svolto tutto nei termini e senza proteste. "Noi lo applichiamo già da 5 anni afferma Manuela Marini, l'insegnante d'italiano responsabile dei test nell'istituto e ormai siamo collaudati. Anche noi abbiamo riscontrato qualche problema nella terminologia a volte inadeguata all'età dei ragazzi. Inoltre, in merito alla polemica nazionale, è anche vero che i test in sé sono aridi e non sufficienti a valutare un ragazzo nella sua complessità. Io non conoscevo la questione dell'attribuzione di fondi in base ai punteggi, questo potrebbe in effetti essere rischioso e la cosa andrebbe chiarita". Nessun problema né proteste sono state sollevate all'istituto Gaudiano, dove i docenti hanno svolto le prove cartacee nei tempi regolari. Così è andata anche nelle scuole elementari Don Bosco, Don Milani e Cantarini, perché anche qui il metodo dei test era applicato già da anni. "I bambini vengono adeguatamente preparati racconta la referente per l'Invalsi delle tre scuole, la maestra Vilma Di Salvatore questo metodo serve per valutare il livello della scuola italiana, e a me sembra utile. La notizia dell'attribuzione dei fondi in base al punteggio non la conoscevo. Questa è una cosa su cui forse è il caso di riflettere".
Francesca Pedini


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