Resto del Carlino: Emilia Romagna, e sciopero sia
il primo sciopero dell’istruzione emiliano romagnola contro la Finanziaria prodiana ‘taglia insegnanti e risorse’ è ai nastri di partenza
E
SCIOPERO SIA. Proclamato da settimane da Flc Cgil, Cisl e Uil Scuola (lo Snals si è aggiunto poi), il primo sciopero dell’istruzione emiliano romagnola contro la Finanziaria prodiana ‘taglia insegnanti e risorse’ è ai nastri di partenza. Lunedì professori e tecnici-amministrativi incroceranno le braccia, costringendo alcune istituti a chiudere. Questo nonostante qualche preside stia facendo, secondo Flc Cgil e Cisl, una sorta di ‘ostruzionismo’ non informando il personale.
Comunque sia lunedì nelle nove province i confederali organizzeranno presidi sotto le finestre dei vari Uffici scolastici provinciali (10-11,30). Con l’eccezione del capoluogo regionale dove le forze si concentreranno in piazza XX Settembre, all’Ufficio scolastico regionale. Al pomeriggio (ore 15), invece, all’itis Belluzzi (via Cassini 3 – Bologna) si terrà un incontro pubblico con parlamentari e amministratori. Di certo interverranno il senatore ds, Walter Vitali e gli assessori bolognesi alla scuola di Provincia e Comune, Paolo Rebaudengo e Milly Virgilio.
«Siamo stati costretti a proclamare sciopero » commenta Paolo Tomasi (Flc Cgil). «La situazione è drammatica» dichiara Lamberto Benini (Cisl). In una lettera i sindacati sgranano il rosario delle sofferenze. Da dove cominciare? Dai supplenti senza stipendio («gli insegnanti non hanno più voglia di entrare i classe» avverte Domenico Cassino, Uil), dai presidi in bancarotta o dall’insufficienza di personale e di soldi. La situazione – scrivono – espone l’intero sistema a rischi che vanno ben oltre quello educativo, interessando la sfera della sicurezza individuale». E rifacendo i conti chiedono 1300 insegnanti in più (500 per le prime, 100 per la materna e 700 per mettere a norma le classi funzionanti. Insomma, quanto basta per gestire i 13300 alunni in più.
Federica Gieri