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Resto del CArlino/Bologna: La scuola dei precari: metà dei bidelli è senza il posto fisso

ORGANICI Oltre ai docenti mancano i collaboratori scolastici

24/08/2006
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Il Resto del Carlino

Precari gli insegnanti, ma precari anche i collaboratori scolastici (i bidelli di scolastica memoria): la scuola bolognese funziona anche (e soprattutto) così. Con un 40% di maestri e professori e un 50% di bidelli assunti a tempo determinato. Un anno qui e l’anno dopo chissà dove.

Scorrere l’elenco dei posti vacanti sul sito web del Centro Servizi Amministrativi dà i brividi. Sembra un bollettino di guerra: 264 gli amministrativi da nominare, 67 i tecnici, 675 i ‘dadi’. I quali, soprattutto quando lavorano con i più piccoli, svolgono compiti fondamentali come la vigilanza nei bagni, nei corridoi o nelle classi in attesa del maestro.

L’istituto comprensivo 7, a settembre, funzionerà con 13 collaboratori a termine, mentre il quindicesimo ne avrà 14. Il circolo didattico 2 di San Lazzaro, il comprensivo di Bazzano-Monteveglio e quello di Sasso Marconi apriranno, ciascuno, con 12 bidelli supplenti. Minerbio, invece, con 14. Ma la palma di scuola più ‘precaria’ va al Polo artistico (Istituto d’Arte e liceo Arcangeli) con 18 collaboratori su 19 e 7 su 8 segretari a termine. «La situazione — avverte il preside, Marco Roccia — è ingestibile. In media, stando a casa in due o tre per volta e non potendo nominare un sostituto se non a fronte di un’assenza superiore ai 20 giorni», l’unica soluzione rimane ridistribuire i compiti. Il che, al Polo, ha provocato infiniti «litigi tra chi era in servizio» perché doveva sobbarcarsi il lavoro di chi era assente. Pulizie in primis. Otto su 18 le dade supplenti del circolo didattico 13(materna Marconi, elementari Marconi, Don Milano e Tambroni). «ho il massimo di quanto prevedono le tabelle ministeriali che, però — nota il preside Leandro Venturi, «sono piuttosto al ribasso». E così per la sorveglianza «facciamo il massimo perché la sicurezza dei bambini viene prima di tutto ma non sempre è possibile garantire il controllo dei piani e degli ingressi in contemporanea. Accade infatti che su un edificio di tre piani io abbia al massimo due collaboratori scolastici per turno». Che fare, dunque? Si corre su e giù.

Alla media Rolandino Pepoli i 16 bidelli in organico (9 quelli a termine), per il preside Paolo Alessandri sono «sufficienti», anche se «ogni anno si deve ricominciare daccapo con personale nuovo che purtroppo, talvolta, non molto volonteroso».

Dieci anni fa all’itis Belluzzi c’erano 50 bidelli, a settembre saranno 18 di cui 11 precari. «Come si gestisce una scuola con questa carenza paurosa?», si chiede il preside Marco Soverini. Ad aggravare la situazione c’è pure il fatto che l’Itis, al contrario di altri 70 ‘colleghi’, non ha dato in appalto le pulizie. Ciò avrebbe sì ridotto l’organico del 25% (come prevede la norma), ma avrebbe evitato che i pochi rimasti «ogni giorno puliscano 36 mila metri quadri di laboratori, aule e bagni». Appena i supplenti «vedono la mole di lavoro, o si rifiutano o si mettono in malattia. Per questo — conclude Soverini — quando si fanno le nomine, anche annuali, nessuno vuol venire da noi». Così finisce come nel 2005, rammenta Patrizia Prati, segretario provinciale Cisl Scuola ,«che alcuni posti siano rimasti scoperti. Inoltre le graduatorie sono vecchie, non ‘pulite’ dai nomi di chi (per la verità pochi) è già stato assunto a tempo indeterminato».

Federica Gieri


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