Resto del Carlino/Bologna: I genitori di nuovo in piazza: «Siamo senza maestri e soldi»
IN DIFESA DEL TEMPO PIENO
LA SCUOLA è cominciata da un paio di settimane e «siamo già in ginocchio» senza insegnanti e senza soldi per pagare i supplenti. Che di lavorare gratis, anche stavolta, proprio non ne vogliono sapere e quindi rifutano gli incarichi.
Anno nuovo, problemi vecchi. E allora l’Assemblea delle scuole bolognesi, ovvero i difensori del tempo pieno alle elementari, torna all’attacco e organizza, per domani alle 20.30, un’assemblea pubblica al centro civico Lame (via Marco Polo 53). Un appuntamento per lanciare una grande mobilitazione in vista della Finanziaria perché, avverte Marzia Mascagni, portavoce dell’Assemblea, «se ci tagliano ancora risorse ci giochiamo la scuola pubblica».
Tra i banchi si torna, dunque, a soffrire. Neppure il decreto di Fioroni che ripristina il tempo pieno («una nostra vittoria» rivendica la maestra) lenisce i dolori. «Quel testo — spiega Mascagni — garantisce il tempo pieno alle elementari negato poi da una Finanziaria che non dà personale per attuarlo». Bene, quindi, «il riconoscimento per legge del tempo pieno», male le «mancate risorse per attuarlo. Con una mano danno, con l’altra tolgono», stigmatizza Mascagni.
UN GIOCHINO da cui parrebbe salvarsi il tempo pieno storico. Il condizionale è d’obbligo perché, non potendo accogliere tutte le nuove richieste e dovendo tappare il buco, si «cominciano a erodere risorse-maestri» da quello in funzione da tempo (918 classi). Inevitabile, quindi, come è accaduto quest’anno, il dilagare del finto tempo pieno, lo ‘spezzatino’ con ore ramazzate in qua e in là. Ad esempio, all’elementare Fiorini per far quadrare i conti, avendo una maestro in meno, si sono prese in prestito ore dai vicini, la scuola Due Agosto. Idem agli istituti comprensivi 1 e 10. Non avendogli dato un maestro per 12 ore, si è colmata la carenza, utilizzando quello di inglese (che ha rinunciato al tempo per prepare la lezione) e le compresenze su altre classi. Operazioni pesanti che, talvolta, non vanno a buon fine. Se si considera che, a tutt’oggi, ci sono 22 classi che non hanno avuto neanche lo spezzatino. Non si salva il sostegno. Dove si attendono 17 docenti da destinare a 39 ragazzini disabili. E nel frattempo si è raggiunta la quadra, togliando risorse a che ne aveva avute. Come ad esempio al comprensivo 11 a cui è stata decurtata una maestra nonostante i 29 disabili.
A tutto questo si aggiunge la paura del chi verrà dopo l’addio di Paolo Marcheselli, dirigente dell’Ufficio provinciale. In pole position, Chiappetta e De Angelis, dirigenti del ministero dell’Istruzione. A sostegno di Marcheselli si schierano anche le Rsu dell’ex Provveditorato che denunciano: questo ufficio «sta affondando» perché «privato della risorse umane e finanziarie minime per poter funzionare».
f. g.