Resto del Carlino/Bologna: Arriva la stangata: settanta insegnanti in meno
PROTESTANO I SINDACATI: A SETTEMBRE UN INIZIO TUTTO IN SALITA»
LA STANGATA è arrivata. Annunciata un paio di giorni fa ai sindacati, ora è finita nero su bianco. Il taglio degli insegnanti nei diversi ordini di scuola è pesantissimo e doloroso: 242 quelli chiesti in più dall’Ufficio scolastico provinciale, 173 quelli mandati da Roma.
«Non siamo alla bancarotta, ma poco ci manca», sibila un preside di lungo corso. L’ex provveditore, ora dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Paolo Marcheselli, getta acqua sul fuoco, cercando di attutire il colpo sferrato dai sindacati che, Cisl Scuola in testa, denunciano «il mancato rispetto della legge sull’handicap, lesioni al diritto allo studio e un’inizio settembrino tutto in salita». Magari con qualche esposto in Procura.
Dal canto suo Marcheselli, nel commentare la situazione, non può far altro che parlarne in positivo, definendo «il quadro più favorevole rispetto alla prima ipotesi». La potatura, pur pesante, per lui, è meno peggio del previsto al punto che l’anno partirà con «la necessaria serenità».
Difficile, tuttavia, far quadrare i conti in queste condizioni. Non aiuta la soppressione di 63 insegnanti, per lo più alle superiori, destinati a studenti disabili. Come pure la non concessione di 240 ore (su 600 richieste) di corsi serali. Una situazione, mai verificatasi, che costringerà molte superiori a non far partire, nonostante le iscrizioni in crescita, classi di corsi serali o ad avviarle con «il numero chiuso», annuncia Marcheselli.
Alle elementari, il maquillage contabile (pacchetti di ore distribuiti qua e là per tamponare buchi e completare alla meno peggio l’orario) che fa dire all’Ufficio scolastico provinciale «il tempo pieno in tutte le prime classi è assicurato e saranno confermate le 40 ore settimanali in quelle funzionanti», manda su tutte le furie Patrizia Prati della Cisl Scuola. «Quello non è tempo pieno, ma un’orario spezzativo che non sapremo neppure se funzionerà». Anzi si corre il rischio di far uscire prima da scuola i bambini, avverte Prati. «Una situazione così non è più tollerabile», rincara Bruno Guidi (Flc-Cgil). Senza contare che le polemiche intorno alle cattedre «hanno messo in secondo piano la questione del personale tecnico-amministrativo» su cui tutto tace. Questo «è abbastanza sconcertante».