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Resto del Carlino-Ancona-"Quei test creano disagio"La verifica sul rendimento di tre materie, fondi a chi ha allievi più bravi

SCUOLA Perplessità ma nessuna protesta formale contro le novità del ministro Moratti "Quei test creano disagio"La verifica sul rendimento di tre materie, fondi a chi ha allievi più bravi ...

28/04/2005
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Il Resto del Carlino

SCUOLA Perplessità ma nessuna protesta formale contro le novità del ministro Moratti
"Quei test creano disagio"La verifica sul rendimento di tre materie, fondi a chi ha allievi più bravi
di Marco Benedettelli
ANCONA Perplessità diffusa fra gli insegnanti anconetani davanti a una preparazione scolastica portata avanti a colpi di test, anche se sono previsti dei fondi per le scuole che, nella scala nazionale, si piazzano nella parte alta della classifica. Nessun moto di protesta, però, nelle scuole contro gli "Invalsi", il nuovo test a quiz stabilito dal Ministero dell'Istruzione per le seconde e quarte elementari e prime medie - test studiato per valutare il livello di apprendimento degli studenti e le metodologie utilizzate dai rispettivi docenti.
A differenza che in altre città d'Italia, come Napoli, Bologna, Genova e Milano, dove insegnanti e genitori hanno espresso apertamente la loro contrarietà ai test, nel capoluogo dorico, al di là di qualche problema organizzativo, tutto finora è andato liscio. A causa delle ataviche lungaggini delle poste italiane, negli istituti anconetani le schede dei test "Invalsi" sono pervenute in ritardo di vari giorni, e gli alunni non hanno potuto effettuare le prove prima della seconda settimana d'aprile - in contemporanea con gli altri istituti - prove che poi al Ministero di Roma saranno analizzate da ispettori per valutare la tenuta didattica degli istituti.
Se per spirito d'ufficio i docenti anconetani hanno somministrato il test agli alunni senza dissentire ufficialmente, tuttavia la perplessità rimane, ed è comune a quella dei colleghi di un po' tutto il Paese, che considerano questi test a quiz su italiano, matematica e scienze, incompatibili con i metodi di insegnamento delle nostre scuole, basati sull'espressività e sulla riflessività e vedono l'iniziativa del Ministero come troppo centralizzante e ingrata nei confronti dell'autonomia scolastica.
"I nostri ragazzi sono abituati ad esercitare la discorsività, e non a sottoporsi a test con risposta multipla spiega Rosanna Carletti, la vicepreside dell'Istituto Comprensivo Nuovi Quartieri Poi non si capisce bene come queste prove verranno valutate a Roma, in che modo diverranno criterio di giudizio sui nostri metodi di insegnamento".
Il vicario dell'istituto Comprensivo Nord, Roberto Sconacchini, spiega i problemi di ordine organizzativo che hanno preceduto la prova e i limiti che essa ha dimostrato in fase di svolgimento: "Quando è arrivato il pacco dei test, mancava il fascicolo della seconda primaria, e così non abbiamo finito di svolgere le prove prima del 24 aprile. La prova inoltre era valutata in 30 minuti, un tempo assai breve che ha comportato un impegno troppo gravoso per i bambini, considerando la loro età. Senza contare che dopo l'abolizione dell'esame della quinta classe nelle scuole elementari, questa è diventata l'unica prova istituzionale e molti bambini si sono approcciati ad essa davvero come fosse l'esame, con il risultato di agitarsi. Il vecchio esame invece era pensato anche per porli in una equilibrata dimensione della prova".


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