Republica-Palermo-Scuole sicure? Le private non lo dicono
Dopo il terremoto, il provveditorato ha disposto una verifica a tappeto. Ma neanche le paritarie collaborano Scuole sicure? Le private non lo dicono Soltanto un istituto su due ha presentat...
Dopo il terremoto, il provveditorato ha disposto una verifica a tappeto. Ma neanche le paritarie collaborano
Scuole sicure? Le private non lo dicono
Soltanto un istituto su due ha presentato il certificato di stabilità
La Regione non effettua controlli. Sono i gestori a dichiarare il possesso dei requisiti
Chi non produce una perizia giurata entro il 10 marzo rischia l'alt È successo a Corleone
SALVO INTRAVAIA
Una scuola privata su due non ha ancora presentato la perizia giurata che attesti la sicurezza degli edifici. Noncuranza o problemi strutturali? Dopo le scosse sismiche dei mesi scorsi, il problema della sicurezza è diventato centrale nelle scuole, sia pubbliche sia private. Mentre Comune e Provincia, sollecitati dalle proteste di genitori e studenti, stanno cercando di adeguare, con le esigue risorse economiche di cui dispongono, il maggior numero possibile di istituti statali ai nuovi standard di sicurezza, il Centro servizi amministrativi (l'ex provveditorato) insiste con i gestori delle scuole non statali (paritarie, parificate, legalmente riconosciute e autorizzate) per ottenere la documentazione che attesti la stabilità degli edifici.
Il provveditore Paolo Giambalvo, con una circolare, ha chiesto lo scorso 3 dicembre che entro 15 giorni i responsabili degli istituti non statali presentassero una perizia giurata, redatta da un tecnico di fiducia, che attestasse la sicurezza della struttura. Ma quasi la metà dei capi d'istituto hanno fatto orecchie da mercante.
Il problema della sicurezza è diventato ancora più impellente dopo il terzo decreto di parità scolastica, emesso dall'assessore Fabio Granata il 13 dicembre scorso, che equipara alle statali altre 16 scuole private (medie e superiori). Per mancanza di ispettori, nelle 41 scuole paritarie di secondo grado della provincia l'assessorato non ha effettuato controlli diretti, visto che il possesso dei requisiti viene dichiarato dagli stessi gestori. Spulciando tra i dati del ministero dell'Istruzione, però, emerge che solo una minima parte degli edifici dove hanno sede gli istituti privati è stata "appositamente costruita per uso scolastico".
Molti degli istituti promossi da Granata si trovano in affollatissimi locali a uso abitativo o nati per ospitare uffici (per esempio Seneca, Ariosto, Margherita, Lincoln e Roma). Altri - come il Maritain, il NoVe studi e il Platone - sono ospitati in locali destinati ad attività commerciali: negozi o magazzini. Lo stesso succede per altre scuole private della città - Vittoria e Oriani - che aspirano a diventare paritarie. Ma la normativa sugli standard delle scuole, che risale al '76, non fa distinzione fra pubbliche e private.
"Per la concessione della parità - spiega Guido Di Stefano, direttore generale dell'Ufficio scolastico regionale per la Sicilia e membro fino a poche settimane fa della commissione preposta al rilascio della parità - non sono previsti controlli sullo stato degli edifici, perché si considerano ancora validi i requisiti posseduti delle scuole all'atto del riconoscimento legale da parte dell'assessorato". Parecchi riconoscimenti legali, tuttavia, sono stati rilasciati dalla Regione dopo l'entrata in vigore della legge sull'edilizia scolastica. Quindi, in linea di principio, questi istituti dovrebbero trovarsi in strutture costruite per uso scolastico.
La Regione si è resa conto che occorre vigilare sulle scuole paritarie e ha previsto (nell'articolo 4 della legge sul buono scuola) un servizio con compiti ispettivi, al fine di assicurare il rispetto della normativa. Ma, fino a oggi, degli ispettori regionali non si ha notizia. Due anni dopo il rilascio delle autorizzazioni, le scuole paritarie non sono state controllate, tranne che in qualche rarissimo caso e con ispettori "prestati" dall'ex provveditorato.
Neppure il ministero dell'Istruzione, che nelle altre regioni d'Italia ha già avviato una serie di controlli, può mettere il naso sulle private siciliane, perché nell'Isola la competenza, per via dello Statuto speciale, è della Regione. Per dimostrare di essere in regola, però, alle private della provincia non resta molto tempo. "È in partenza una lettera di sollecito - dice il funzionario responsabile del provveditorato, Franco Paderni - per le perizie giurate, con termini perentori": chi entro il 10 marzo non regolarizza la propria posizione rischia grosso. Come è avvenuto al tecnico per geometri Archimede di Corleone, che per motivi legati alla situazione edilizia si è visto revocare il riconoscimento legale e a settembre, di conseguenza, non potrà riaprire i battenti.