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Repubblioca-Torino-Stranieri, così la scuola cambia

Quadruplicati in sette anni gli iscritti da paesi extra Ue. Elaborati due modelli flessibili di didattica per aumentare l'integrazione Stranieri, così la scuola cambia Alle elementar...

21/10/2005
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la Repubblica

Quadruplicati in sette anni gli iscritti da paesi extra Ue. Elaborati due modelli flessibili di didattica per aumentare l'integrazione
Stranieri, così la scuola cambia
Alle elementari sono quasi la metà, il 23% alle medie
le comunità I gruppi storicamente più forti sono quelli marocchini e romeni Consistenti le presenze di albanesi e cinesi
OTTAVIA GIUSTETTI


È una scuola totalmente nuova quella torinese di questi anni. Dove il numero di studenti stranieri si è quadruplicato dal 1999 a oggi passando da 4.620a 18.338 allievi. I nuovi iscritti sono bambini e giovani di tutte le età che provengono dai paesi extra Ue e che frequentano le scuole della città e della provincia con una presenza davvero consistente fino alle superiori ma anche, in parte minore, all'università. Un fenomeno, questo, che dai dati raccolti dall'Osservatorio interistituzionale sugli stranieri, risulta in crescita esponenziale e impone una seria riflessione sui percorsi formativi ed educativi della scuola. Lo sanno bene i torinesi con figli piccoli che ogni anno trovano la propria classe "cresciuta" (alle primarie sono già il 41,9%) con nuovi compagni provenienti dalla Romania, dal Marocco, dall'Albania, dalla Cina. Presenze importanti che mettono i bimbi in contatto con realtà culturali sconosciute ma che richiedono anche percorsi educativi specifici con un'attenzione particolare all'inserimento e all'integrazione.
Storicamente Torino è tra le mete preferite dagli immigrati extracomunitari. La comunità dei marocchini e dei romeni è vastissima e in continua crescita. Vi sono poi presenze meno numerose ma comunque sempre consistenti rispetto ad altre regioni d'Italia come quella albanese, cinese, peruviana e altre. Ma il vero boom di iscritti nelle scuole è scoppiato tra 2003 e il 2004 quando la nuova legge sull'immigrazione ha obbligato numerosi stranieri a regolarizzare la propria posizione. E come conseguenza ha permesso loro di ricongiungersi con i familiari che sono a loro volta arrivati in Italia dai paesi di origine. Oggi la città vive una piena fase di assestamento e stabilizzazione, come dimostrano il crescente numero delle domande di ricongiungimenti familiari, di cittadinanza, i matrimoni misti e le molteplici forme di partecipazione alla vita sociale. Da qui, la crescente esigenza di scolarizzazione che alle medie tocca già la soglia del 23%. Dovuta ai nuovi ingressi ma anche alla crescita in età degli allievi già presenti. "La presenza di minori stranieri a scuola è un fenomeno che evidenzia criticità piuttosto consistenti - ha spiegato Silvana Mosca dell'Ufficio scolastico regionale - che richiamano l'attenzione sull'esigenza di interventi equilibratori, di non facile attuazione, ma di pressante necessità". Un'esigenza difficile da conciliare con i continui tagli alle risorse scolastiche imposte dal ministero. "Noi stiamo lavorando per mettere a punto due modelli flessibili di didattica, uno breve a moduli, che consenta ai nuovi arrivati di integrarsi più velocemente non solo con lo studio della lingua italiana, ma anche con la didattica seguita nel proprio paese di origine e un modello didattico di lungo respiro per quei minori stranieri che già da tempo risiedono sul nostro territorio- ha spiegato Mosca - ma per mettere in atto questa rivoluzione abbiamo bisogno di grande attenzione e di risorse sia umane che materiali".


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