Repubblica-Torino-Uno studente su quattro non ce la fa Allarme dispersione nelle Superiori
dati di un convegno: chi rinuncia a diplomarsi, non cerca neanche un lavoro Uno studente su quattro non ce la fa Allarme dispersione nelle Superiori L'assessore Pozzi: "Battaglia...
dati di un convegno: chi rinuncia a diplomarsi, non cerca neanche un lavoro
Uno studente su quattro non ce la fa Allarme dispersione nelle Superiori
L'assessore Pozzi: "Battaglia vinta nella scuola dell'obbligo: esportiamo il modello"
Un quarto dei circa 10 mila studenti che si iscrivono ogni anno alle scuole superiori di Torino abbandona gli studi prima del diploma. Sono 2500 ragazze e ragazzi che si perdono per strada. E che, è importante sottolinearlo, non solo lasciano la scuola, ma non si inseriscono in canali alternativi come quello della formazione professionale, né cercano un posto di lavoro.
È il dato più inquietante tra i tanti emersi nel convegno che si è tenuto ieri (e l'altro ieri) al centro culturale Principessa Isabella di via Verolengo sul tema "Dispersione e obbligo formativo: la lettura di un territorio", organizzato dalla Circoscrizione V. Quartiere con storici problemi sociali (ne fanno parte Lucento, Vallette e Borgo Vittorio) e che per questo ha maturato un'esperienza più che ventennale nelle politiche di recupero della dispersione scolastica.
Perché così si chiama il fenomeno, particolarmente di attualità oggi, perché, come hanno sottolineato molti degli intervenuti (tra cui gli assessori comunali Paola Pozzi e Tom Dalessandri), la riforma della scuola del ministro Moratti abbassando in sostanza l'obbligo scolastico di un anno (riportandolo da 15 a 14 anni) rischia di aggravarlo. E perché la battaglia sulla dispersione se è ormai in pratica vinta per la scuola dell'obbligo (solo poco più dell'un per cento dei ragazzi torinesi non riesce a conseguire il diploma di terza media) e tutta da fare nelle superiori: come testimoniano i dati sulle bocciature nei primi due anni, in particolare negli istituti tecnici e professionali (25 per cento in prima e 14 per cento in seconda a Torino, che è la città più "severa" del Piemonte).
"Sì c'è molto da fare, - spiega l'assessore Pozzi - ma già molto stiamo facendo. Nelle medie inferiori seguiamo circa 500 ragazzi ritenuti "a rischio" dai servizi sociali che vengono accompagnati passo a passo. E nelle superiori ci sono vari interventi: con i Centri per l'orientamento si lavora sui ragazzi di prima (insieme alle scuole e alle famiglie) per aiutarli a capire in tempo se hanno scelto la strada giusta e a gestire l'eventuale cambiamento. E non bisogna dimenticare il lavoro dei centri territoriali per il recupero di chi ha abbandonato la scuola e deve essere incanalato in altri canali formativi e di avvicinamento al lavoro". Sulla stessa linea Pier Paolo Maza, presidente della V Circoscrizione: "Tutte le realtà che operano in questo settore devono lavorare insieme. Per vincere il fenomeno della dispersione scolastica è necessario costruire percorsi che coniughino scuola e lavoro e che siano davvero personalizzati".
(m. tr.)