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Repubblica: Torino: un solo alunno a religione, per gli altri il supplente

Quando il professore entra, tutti escono

31/10/2007
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la Repubblica

SARA STRIPPOLI

TORINO - Quando il professore entra, tutti escono. Chi fuori, chi al bar, qualcuno persino a testa bassa sui libri a ripassare. Tutti tranne uno, l´unica mosca bianca che ha scelto di seguire l´ora di religione. In una classe dell´istituto commerciale Arduino, zona elegante della precollina di Torino frequentata da oltre 400 ragazzi, il 20 per cento stranieri, la lezione si è ridotta ad un dialogo di sessanta minuti, un tu per tu fra professore e allievo. Il docente tira fuori le sue schede - oggi si parla di armonia fra mente, corpo e anima - , l´allievo dice la sua. Segue dibattito. Se il caso fosse isolato sarebbe la solita eccezione. Ma il lunedì mattina il gruppo dei ragazzi «che non si avvalgono» è così allargato, oltre trenta allievi fuori dall´aula per tre ore su cinque mentre in classe restano non più di due, tre o al massimo quattro ragazzi, che il dirigente scolastico ha deciso di chiedere la nomina di un docente. «Ne ho troppi fuori e non riesco a coprire con gli insegnanti a disposizione», spiega Antonio Ingravalle. Salvo aggiungere che non ritiene che i costi debbano ricadere sul fondo di istituto, ormai ridotto a pochi spiccioli. Chi paga dunque? Il preside ha chiesto un parere al ministero ed è in attesa di risposta. Nel frattempo, sta facendo il possibile per attivare corsi alternativi. L´insegnante di religione, 24 anni di insegnamento e il ruolo conquistato soltanto tre anni fa, non nega un po´ di frustrazione per il calo drastico di studenti e se la prende con la mentalità dei mala tempora attuali: «E´ il clima di oggi, tutto questo parlare di laicità». E fra i docenti dell´Arduino, dopo anni di assopimento su quello che quindici anni fa era uno dei temi più a rischio di rissa dei Collegi docenti di tutta Italia, il dibattito è ripreso: possibile che per le lezioni di lingua debbano esserci almeno dodici allievi e per la religione non sia consentito neppure un accorpamento? Altri dirigenti scolastici di licei e istituti superiori di Torino hanno confermato che anche per attivare corsi alternativi servono fondi che la dissestata scuola italiana purtroppo non ha. In attesa che arrivino i dati delle adesioni del 2007, il responsabile dell´ufficio scuola della Diocesi don Bruno Porta dice di essere convinto che il calo non sia significativo. E ricorda l´esistenza del Concordato: «Mi rendo conto che le scuole sono in grande difficoltà economica e capisco pure i ragazzi, che preferiscono un´ora di lezione in meno. Ma anche se ce ne fosse uno solo in tutta la scuola che vuole seguire la lezione, ha il diritto di farlo. I costi non riguardano noi».


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