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Un buono da 18 milioni Scuola: dopo tre anni la Regione approva la legge L'assessore Leo: "Così ci avviciniamo al resto dell'Europa". I contributi dal 2004 Anche la Margherita ha votato il...
Un buono da 18 milioni
Scuola: dopo tre anni la Regione approva la legge
L'assessore Leo: "Così ci avviciniamo al resto dell'Europa". I contributi dal 2004
Anche la Margherita ha votato il pacchetto di norme a sostegno dell'istruzione privata
MARCO TRABUCCO
Da ieri il buono scuola è una legge della Regione Piemonte: dopo tre anni di dibattito (la prima discussione a palazzo Lascaris si era svolta il 14 giugno 2000) la maggioranza è riuscita a far passare il provvedimento superando l'ostruzionismo della sinistra, e le tante incertezze della Casa delle Libertà che solo nell'ultimo mese si è schierata compatta a fianco dell'assessore Giampiero Leo. Così il consiglio regionale, nella notte tra martedì e mercoledì ha approvato il provvedimento con 37 sì e 12 no. A favore si sono espressi oltre alla maggioranza, i radicali, Tomatis (Gruppo Misto) e i tre consiglieri della Margherita. Hanno votato contro Ds, Verdi, Prc, Comunisti italiani, Sdi e Tapparo (Riformatori).
La legge stanzia 18 milioni di euro come contributo alle famiglie per il pagamento delle rette scolastiche. Delle scuole non statali, ma grazie a un ordine del giorno presentato dai radicali chi ha un reddito inferiore ai 15 mila euro l'anno (30 milioni di vecchie lire) potrà avere il contributo anche se iscrive i figli alla scuola statale. Si tratta comunque di una legge delega: toccherà ora alla giunta regionale emanare, presumibilmente entro settembre, il regolamento che fisserà le modalità di attuazione del "buono scuola", stabilendo fasce di reddito, criteri per la formazione delle graduatorie e così via. Durante il dibattito (come illustra la tabella a fianco) molti dei criteri sono già stati delineati. I contributi verranno erogati a partire dal 2004 (ma riguarderanno l'intero anno scolastico 2003-2004) e oltre alla spesa per la retta scolastica finanzieranno anche quella per l'eventuale insegnante di sostegno degli alunni disabili.
Soddisfatti ovviamente gli esponenti del centrodestra: "Dal prossimo anno scolastico le famiglie piemontesi, in particolar modo quelle meno abbienti, potranno finalmente scegliere liberamente se iscrivere i propri figli ad una scuola statale o non statale - spiega il presidente Enzo Ghigo - Viene così realizzato uno dei punti principali del programma di governo sul quale la Casa delle Libertà ha ottenuto la fiducia dei piemontesi". "E' una legge che ci avvicina all'Europa", aggiunge l'assessore all'Istruzione, Leo, "la libertà di educazione è una libertà fondamentale sancita dalla nostra Costituzione". A sorpresa, ma non troppo, la legge sul buono scuola è stata votata anche dalla Margherita. "È stato un sì sofferto - spiega il capogruppo Antonio Saitta - la nostra costante mediazione politica di questi mesi ha consentito di modificare sensibilmente un provvedimento inizialmente molto negativo".
Di parere opposto i Ds: "Questa legge - dice la capogruppo Giuliana Manica - sancisce la scelta del centrodestra di privilegiare la scuola privata a scapito di quella pubblica. Nonostante le affermazioni di principio il grosso dei fondi regionali per la scuola, ben 18 milioni di euro, andranno a circa il 5 per cento della popolazione studentesca piemontese. L'intera scuola pubblica regionale, cui si rivolge il 95 per cento degli studenti, è finanziata invece con soli 11 milioni di euro". Infine Rifondazione: "Stiamo valutando se indire un referendum abrogativo - dice Mario Contu - In ogni caso la strada dei buoni scuola è ancora impervia, anche perché il centrodestra deve ancora trovare la copertura finanziaria".