Repubblica/Torino: Tutte le sigle del sindacato in piazza "Fermiamo i 2600 tagli nella scuola"
Il corteo unitario in programma sabato "Ci serve solidarietà" De Sanctis: "Quadro non così devastante"
STEFANO PAROLA
Ancora un sabato di protesta per la scuola piemontese. Questa volta a portare in piazza i lavoratori del mondo dell´istruzione sono i cinque sindacati regionali di categoria, ossia Cisl Scuola, Flc-Cgil, Gilda, Snals e Uil Scuola. Che per motivare la loro iniziativa forniscono una serie di numeri: 2.600, come i posti di lavoro che verranno tagliati dal ministero a settembre; 120 milioni, che sono gli euro che il Miur deve alle scuole del Piemonte, che nell´ultimo decennio hanno anticipato di tasca loro le spese per la tassa rifiuti e per esami e supplenze; 17 mila, ossia il numero dei precari, che rappresentano il 20 per cento dei docenti e il 50 per cento del personale tecnico-amministrativo.
Le cinque sigle sindacali hanno deciso sfilare in un unico corteo, che sabato partirà alle 15.30 da piazza Solferino per arrivare poi in piazza Castello. «La manifestazione ci serve per chiedere aiuto all´opinione pubblica per non lasciare la scuola da sola con i suoi disastri, e per ricordare che non è ancora il momento di rassegnarsi», spiega Enzo Pappalettera, segretario della Cisl Scuola Piemonte. Aggiunge il suo omologo della Uil Scuola, Diego Meli: «Con la Finanziaria dello scorso anno è stata fatta la più grande dismissione di personale del pubblico impiego della storia italiana. Chiediamo più organici e la stabilizzazione dei precari».
Ma i sindacati temono anche che il riordino dei licei crei una situazione di caos sugli organici delle superiori. E vorrebbero capire se la Regione rinnoverà le misure prese dalla vecchia giunta, che aveva stanziato 7 milioni per far consentire a 500 "prof" senza cattedra di seguire alunni disabili: «Auspichiamo che queste attività, migliorate e aggiornate, possano proseguire anche nel prossimo anno scolastico», dice il leader regionale della Flc-Cgil, Rodolfo Aschiero. Pure l´ex assessore all´Istruzione, Gianna Pentenero (Pd) è preoccupata: «I 1.600 posti da docente in meno sono solo la seconda tranche di un piano triennale, che prevede un terzo ulteriore taglio».
A far da pompiere ci pensa il direttore dell´Usr Piemonte, Francesco De Sanctis: «La situazione non è devastante. Certo, i sacrifici ci sono per tutti e non riguardano solo il mondo della scuola. Alle elementari non ci sarà alcuna riduzione del tempo pieno. Invece sulle superiori stiamo aspettando i dati, ma faremo in modo che la situazione resti accettabile».