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Repubblica-Torino-Troppi tagli Le scuole di montagna a rischio

Appello alla Regione "Troppi tagli Le scuole di montagna a rischio" "I tagli degli insegnanti di ruolo previsti dal piano triennale presentato dal ministro dell'Istruzione Letizia Moratti p...

18/04/2002
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la Repubblica

Appello alla Regione
"Troppi tagli Le scuole di montagna a rischio"

"I tagli degli insegnanti di ruolo previsti dal piano triennale presentato dal ministro dell'Istruzione Letizia Moratti penalizzano le scuole dei piccoli comuni, soprattutto di quelli nelle zone di montagna". Lo afferma, in una interpellanza presentata ieri in consiglio regionale, il consigliere Giancarlo Tapparo dei Riformisti per l'Ulivo. La decisione di tagliare migliaia di posti - sottolinea Tapparo - non rispetta le disposizioni legislative che nel tempo hanno cercato di tutelare i comuni montani. Alle difficoltà socioeconomiche della montagna - conclude il consigliere regionale - il governo Berlusconi risponde con la chiusura delle sezioni e la soppressione delle scuole". Nel documento si fa notare anche che fra le zone più a rischio si trovano le piemontesi valli di Lanzo e valle dell'Orco, e si chiede alla giunta regionale di intervenire presso il ministero per scongiurare la chiusura delle strutture a rischio.
In Piemonte con i tagli decisi dalla Moratti sono a rischio i posti di circa 1500 insegnanti, a partire dal prossimo settembre. E altri 2 o 3 mila verranno tagliati nel 2003 e nel 2004. L'allarme su questi tagli nell'organico era già stato lanciato qualche settimana fa dai sindacati della scuola secondo i quali era inevitabile che a farne le spese fossero le scuole, più piccole, quelle di montagna soprattutto, dove spesso esistono ancora pluriclassi (che accorpano cioè, specie nelle elementari, allievi di diversi anni) e che ciò nonostante non raggiungono un numero di iscritti superiore a dieciquindici: le più esposte quindi alla "razionalizzazione" ministeriale. È probabile che, già dal prossimo anno scolastico, molti scolari di queste sedi si trovino a dover frequentare in istituti anche molto distanti dal loro paese di residenza, con gli ovvii conseguenti disagi.


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