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Repubblica/Torino: Troppi stranieri in classe, i romeni cambiano scuola

Il fenomeno al Parini, il preside: "Loro ormai si sentono italiani"

03/02/2008
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la Repubblica

TIZIANA CATENAZZO
«Meglio non iscrivere i bambini in questa scuola, ci sono troppi stranieri». E a dirlo sono proprio mamme straniere. All´elementare Parini di corso Giulio Cesare, che vanta programmi di integrazione avanzati con un´utenza straniera che copre il 55 per cento degli iscritti, una strana presa di distanza: troppi stranieri in classe si traduce forse in maggiori difficoltà, per gli stessi ragazzi, di apprendimento dell´italiano? «Ne sono al corrente - ha spiegato il preside Bruno Piovano - : riflettono non solo la realtà del nostro quartiere, ma una perplessità che appartiene in particolare alla comunità rumena».
«I Romeni sono così ben integrati nella nostra società - commenta il preside - da non considerarsi più stranieri». Ma ecco la voce delle mamme: «Io ho fatto di tutto per mandare mia figlia alla Pacchiotti, è la verità, perché ci sono meno stranieri - spiega Maria Mihoc - Credo sia più che sufficiente, perché non si allontani dal nostro modo di vivere e pensare, frequentare la sua famiglia al pomeriggio e la sera a casa, oltre a tutti i parenti e amici romeni che frequentiamo: se anche al mattino parla romeno, ci metterà più tempo a imparare bene l´italiano». E Dora Petre: «La Parini mi piace molto ed è vicino casa, ma volentieri porterò i miei due figli in un´altra scuola: anche se hanno cuginetti alla Parini». Codrin Purrescu, papà: «Siamo arrivati da poco a Torino da Modena, e attualmente abitiamo in via Fiocchetti, Porta Palazzo: mi sto informando se è possibile iscrivere mio figlio alla quarta elementare alla Coppino, in Crocetta». Decisamente contraria a queste posizioni, l´associazione italo-rumena Fratia: «Noi lavoriamo intensamente per l´inserimento sociale, scolastico e culturale dei ragazzi - spiega Aurelia Mirita - ci preoccupiamo soprattutto che lo studente, appena arrivato in Italia magari, si inserisca nel modo migliore all´interno della scuola, sulla base delle sue capacità, conoscenze e requisiti già maturati. Dai bambini delle materne fino a quelli delle superiori: l´obiettivo è prevenire il disagio e gli insuccessi, che poi inevitabilmente si tradurrebbero in problemi relazionali e sociali». Sono circa 450 i bambini e i ragazzi mediamente seguiti dall´associazione: «Sono sicura che si tratti di un equivoco - aggiunge la Mirita - non è possibile che famiglie romene si preoccupino di non mandare i figli in una scuola con troppi stranieri. Sulla base di pregiudizi, poi, perché io conosco bene il funzionamento della Parini, con cui collaboriamo da anni. I ragazzi studiano tanto e bene, e sono seguiti ottimamente». Da Fratia, dati in continuo aumento: «Saranno molti di più l´anno prossimo gli studenti romeni alle elementari, perché è aumentato enormemente il numero dei ‘nostri´ iscritti alle materne». A esprimere soddisfazione per i neoiscritti romeni, in particolare, il liceo scientifico Gobetti di via Maria Vittoria - con 30 nuovi iscritti in prima - e il professionale Casale: «Ho fatto tradurre anche in romeno la presentazione dell´istituto - spiega il preside Paolo Odasso - e promosso incontri con il console, le associazioni, e realizzato incontri di reciproca conoscenza. Gli studenti stranieri hanno compreso che esistono per loro buone opportunità di lavoro per chi si diploma in perito chimico: il loro interesse particolare è anche legato al fatto che nei loro paesi esiste una significativa industria nel settore conciario». Per la formazione universitaria, basta guardare al Politecnico: in tre anni le iscrizioni ai corsi di laurea sono più che raddoppiate, passando da 38 a 81 le domande degli aspiranti ingegneri e architetti.


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