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Repubblica-Torino-TEMPO PIENO ECCO COME È NATO QUARANT'ANNI FA

TEMPO PIENO ECCO COME È NATO QUARANT'ANNI FA Il nostro lavoro per molti versi aveva a c...

27/09/2003
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la Repubblica

TEMPO PIENO ECCO COME È NATO QUARANT'ANNI FA


Il nostro lavoro per molti versi aveva a che fare più con l'arte che con la prestazione di un servizio. Ogni giornata scolastica era uno spettacolo coerente, aveva una sua specifica Gestalt, doveva concludersi in modo che il suono della campanella di uscita venisse accolto con un "Oh, noo!" dei ragazzi.
Nella seconda metà degli anni '60 si innestò su queste fondamenta un interesse nuovo rivolto alle cosiddette strutture delle materie, a partire dalla matematica moderna per poi passare alle scienze fisiche e naturali, alla linguistica, all'antropologia ecc.
Applicare le tecniche Freinet e per di più rivoluzionare gli insegnamenti di base seguendo la nuova impostazione strutturalista richiedeva molto tempo e molti sussidi didattici: la scuola delle quattro ore mattutine non era sufficiente e perciò prendemmo l'abitudine di continuare l'attività il pomeriggio chiedendo per favore alle famiglie di lasciarci i bambini...
Il Comune successivamente concesse un certo numero di insegnanti del "patronato" per affiancare quegli insegnanti statali che applicavano una didattica non contenibile nelle ore del mattino. Nell'anno scolastico '69-70 in una cinquantina di classi di scuola elementare della città si applicò perciò, senza quasi ne fossimo coscienti, una sorta di preview di quello che sarebbe stato il futuro tempo pieno: con insegnanti metà dello Stato e metà del Comune. La nuova amministrazione comunale, eletta nella primavera del '70, ritenne che non fosse compito della Città assegnare alle scuole statali insegnanti comunali per la normale (si fa per dire!) attività didattica e ottenne dal Ministero 80 posti in più per altrettante classi con orario 8,30-16,30. Nell'anno scolastico '70-71 in cinque scuole di Torino si lavorò a tempo pieno con due insegnanti statali per classe. Il 24 settembre del 1971 fu emanata la legge 820, applicabile già nell'anno scolastico '71-72, che diceva all'art. 1: "Le attività integrative della scuola elementare, nonché gli insegnamenti speciali, con lo scopo di contribuire all'arricchimento della formazione dell'alunno e all'avvio della realizzazione della scuola a tempo pieno, saranno svolte in ore aggiuntive a quelle costituenti il normale orario scolastico, con specifico compito, da insegnanti elementari di ruolo."
La sperimentazione dell'anno precedente a Torino fu la causa scatenante della legge 820. Fuori da ogni campanilismo credo di poter dire che il tempo pieno, come tante altre innovazioni nel nostro paese (l'unificazione del medesimo, l'industria automobilistica, la moda, la radio, la televisione ecc.), ebbe a Torino i suoi natali; e non per motivi socio-assistenziali ma squisitamente culturali e pedagogico-didattici.
FIORENZO ALFIERI*
assessore alla Cultura


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