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Repubblica-Torino-Tagli, ora la Moratti mandi il commissario

assessore provinciale Gianni Oliva annuncia battaglia "Tagli, ora la Moratti mandi il commissario" Nella "lista nera" stilata a Roma figurano oltre 130 scuole, molte delle quali ...

10/09/2002
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la Repubblica

assessore provinciale Gianni Oliva annuncia battaglia
"Tagli, ora la Moratti mandi il commissario"
Nella "lista nera" stilata a Roma figurano oltre 130 scuole, molte delle quali tecniche
"Sul dimensionamento vogliono usare criteri sbagliati, non si tiene conto del territorio"
OTTAVIA GIUSTETTI


La Provincia dice "no" ai piani di dimensionamento delle scuole. "Non siamo d'accordo con questa operazione di sfascio della scuola torinese e quando ci chiederanno di operare dei tagli noi ci rifiuteremo. Se vuole, il ministro Moratti mandi un commissario e si assuma la responsabilità diretta": è quanto ha dichiarato ieri l'assessore provinciale alla Cultura e all'Istruzione, Gianni Oliva, preside tra l'altro del liceo classico Vittorio Alfieri. Per il momento da Roma non è arrivato alcun impulso ufficiale a operare i tagli annunciati. Ma - secondo l'assessore - nell'ottica di risparmio che ha contraddistinto la politica del governo in questi mesi non è da escludere che le scuole italiane debbano subire davvero un nuovo dimensionamento. Ciò che non funziona è il criterio con il quale questi tagli dovrebbero essere operati: inutile basarsi sul dato numerico del rapporto tra insegnanti e studenti, giusto invece tenere conto della distribuzione degli istituti sul territorio. "Le scuole - dice Oliva - devono essere vicine territorialmente non omogenee per indirizzo. Bisogna garantire ai ragazzi una adeguata possibilità di scelta mentre ci sono ancora territori totalmente sguarniti di alcuni indirizzi".
La polemica sui nuovi tagli alle scuole è scoppiata il mese scorso quando la Moratti, durante un intervento al meeting di Rimini, ha parlato di dimensionamento per le scuole italiane che hanno un rapporto tra docenti e studenti inferiore a 9,5. Nella lista nera, resa nota qualche settimana dopo, 136 scuole piemontesi in tutto. I 36 istituti superiori torinesi che fanno parte dell'elenco sono per la maggior parte istituti tecnici, scuole che nella tradizione della città operano al meglio con il mondo del lavoro: il Maxwell, il Pininfarina, il Ferrari, oppure istituti storici come il Sommelier. "Ma se le ore di lezione settimanali - dice Oliva - sono 40 (come nel professionale) o 36 (come nei tecnici) è normale che il rapporto insegnanti-studenti sia diverso da quello di un liceo classico dove le ore sono soltanto 25". Secondo l'assessore, la decisione del ministero di operare i tagli negli istituti tecnici sarebbe una mossa per preparare il terreno alla loro progressiva eliminazione, come dimostra la sperimentazione concordata da Roma con la Regione, in attesa che la riforma Moratti diventi legge.
La norma in vigore invece non parla affatto di rapporto numerico tra insegnanti e studenti, stabilisce solo che le scuole abbiano da un minimo di 500 a un massimo di 900 studenti. E secondo questo dato Torino sarebbe nettamente in debito di istituti scolastici: 700 è la media di iscritti consentita nella provincia, dividendo per questa cifra il numero degli studenti delle scuole superiori, si scopre che Torino potrebbe avere 108 scuole autonome, e non solo 92 come ha. "Questo dimostra che abbiamo ragione a non voler applicare in modo automatico il criterio quantitativo - ha concluso l'assessore - come si può trattare la scuola soltanto sulla base dei numeri?".


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