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Repubblica/torino: Tagli, Gelmini presenta il conto In Piemonte 1600 prof in meno

Allarme dei sindacati, ma aumentano gli insegnanti di sostegno

10/04/2010
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la Repubblica

La Cisl: "È a rischio negli istituti più piccoli la formazione delle prime classi"

STEFANO PAROLA

Maria Stella Gelmini presenta il conto al Piemonte: 1.636 docenti in meno a partire dall´anno prossimo. Questo il numero contenuto nella bozza di circolare ministeriale che presto arriverà in tutte le scuole, questi i tagli con i quali i presidi dovranno fare i conti dal prossimo anno. Riduzioni che si declineranno così: 660 maestri in meno alle elementari, 111 insegnanti in meno alle medie, 956 professori in meno alle superiori. Numeri che preoccupano molto i sindacati. «Perderemo il 3,7 per cento dei nostri docenti», fa notare Diego Meli, leader piemontese della Uil scuola. Che sottolinea: «È un taglio che sicuramente metterà in crisi le elementari e le superiori, perché porterà a classi più numerose, a una diminuzione del tempo scuola e comunque a un calo della qualità del servizio. È una politica di tagli cui non corrisponde nessuna voglia né di investire né di limitare gli sprechi».
La riduzione che colpisce le scuole secondarie di primo grado non preoccupa più di tanto, anche perché le stime prevedono per il prossimo anno scolastico una diminuzione del numero degli alunni. L´allarme è invece su elementari e superiori. Per quest´ultime il taglio era di fatto annunciato dal riordino varato pochi mesi fa, che prevede la riduzione degli orari non solo nelle prime ma anche nelle classi tra la seconda e la quarta. La conseguenza, spiega il segretario della Cisl scuola Piemonte, Enzo Pappalettera, è che «i presidi non potranno contrastare i tagli riducendo il tempo scuola e quindi dovranno agire sull´altra variabile, ossia la composizione delle classi. Significa che avremo classi molto affollate».
Altrettanto preoccupante la situazione della scuola primaria, che perderà in media due posti per istituti. Come dice Rodolfo Aschiero, numero uno della Flc-Cgil regionale, «in molte scuole siamo già alla canna del gas e 660 posti in meno causeranno la ribellione delle famiglie che non vedranno esaudite le proprie richieste a causa dell´inevitabile riduzione delle classi a tempo pieno». Secondo Pappalettera, «è a rischio la sopravvivenza di interi plessi, soprattutto dei più piccoli: se non ci sono insegnanti a sufficienza per formare le classi prime, i dirigenti scolastici saranno costretti a rinunciarvi». E dal punto di vista occupazionale? Il numero dei pensionamenti dovrebbe essere sufficiente a compensare i 1.639 posti in meno. Ma, come evidenzia Aschiero, «ora sarà fondamentale capire quali saranno le classi di concorso più colpite». Perché, ad esempio, potrebbe essere tagliato un determinato numero di "prof" di storia, non compensato dal numero di pensionamenti. E, se così fosse, ad andarci di mezzo sarebbero come sempre i precari.
Tra un taglio e l´altro, però, da Roma arriva anche qualche notizia positiva. Dall´anno prossimo ci saranno 88 insegnanti in più nelle scuole materne statali del Piemonte, anche se si tratta soltanto di una conferma dell´attuale dotazione di personale. E poi dovrebbero anche aumentare di un centinaio di unità i docenti di sostegno. Ma, lamentano i sindacati, sono pur sempre duecento in meno del fabbisogno.


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