Repubblica/Torino: Tagli alla scuola, saltano altri 300 posti
Il ministero impone di ridurre di un quarto gli appalti per pulizia e sorveglianza Gelmini si appella anche a un Regio Decreto del 1923 Coop e imprese di pulizia licenziano
DIEGO LONGHIN
Banchi ed aule più sporche in cambio di supplenze garantite. Almeno sembrerebbe questa la ragione alla base della circolare arrivata nelle scuole il 22 dicembre, quando erano già iniziate le vacanze di Natale. Una nota sui conti e sulle manovre finanziarie in vista del 2010. Tanto che molti dirigenti scolastici delle elementari e materne si stanno rendendo conto solo ora degli effetti che avranno percentuali e numeri contenuti nelle quattro paginette depositate sulla loro scrivania. E come loro anche i responsabili delle cooperative e delle aziende che hanno in appalto i servizi di pulizia e di vigilanza negli istituti. Da un giorno all´altro, solo su Torino, 300 e più esuberi tra gli addetti di coop e società.
Ma da che cosa è causato questo drastico taglio? La circolare prevede che il costo per il servizio di pulizia debba essere ridotto, a partire dal primo gennaio, del 25 per cento. Insomma, un quarto in mero rispetto al pattuito. O, per dirla come il ministero dell´istruzione, deve essere contenuto «ad un massimo del 75 per cento di quello concordato». Nella nota si aggiunge che «la rimanente somma è destinata alle spese per supplenza, funzionamento ed esami di Stato». E si cita un Regio Decreto del 1923 per sostenere che anche le coop e le aziende che hanno già subito una diminuzione o si adeguano o rescindono il contratto. In pratica non c´è via di scampo.
Per il ministero si tratta di fare efficienza. O meglio di scaricare gran parte del lavoro sui bidelli sopravvissuti alla riduzione già varata dal ministro Mariastella Gelmini. Per le società che hanno in appalto il servizio vuol dire tagliare posti di lavoro visto che il 95 per cento del costo delle pulizie e della vigilanza è impegnato per pagare gli stipendi. E per i dirigenti scolastici il problema è come garantire la pulizia di banchi, aule, corridoi e bagni degli istituti, mentre dall´ufficio scolastico regionale non sono arrivati ancora lumi su come comportarsi.
Legacoop e Confcooperative si sono già mosse, allarmati per gli effetti che la direttiva avrà sul personale. Così come i direttori delle principali coop del settore che il 31 dicembre hanno incontrato i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil. L´unico modo per attutire il colpo è ricorrere alla cassa integrazione in deroga. Una boccata d´ossigeno, al massimo per un anno, per i 300 lavoratori che rimarranno a casa. Cifra che potrebbe sfiorare il migliaio, comprese le aziende private, in Piemonte. «La situazione è molto difficile - sottolinea Piergiorgio Crosetto, direttore de La Nuova Cooperativa che ha partecipato al faccia a faccia con i sindacati - siamo preoccupati per le ripercussioni sul personale che questa circolare provocherà fin da subito». Si tratta di fasce deboli, donne monoreddito, spesso con figli a carico, oltre a persone con difficoltà d´inserimento. Anche il paracadute della cassa in deroga è uno strumento che garantisce il 60 per cento di quanto si guadagna e gli stipendi del settore sono bassi.