Repubblica-Torino-Superiori in crisi Colpa delle 18 ore
Anche i dirigenti scolastici del Piemonte in campo: lettera durissima al ministero dell'Istruzione "Superiori in crisi Colpa delle 18 ore" "Nelle scuole superiori la norma delle 18 ore ...
Anche i dirigenti scolastici del Piemonte in campo: lettera durissima al ministero dell'Istruzione
"Superiori in crisi Colpa delle 18 ore"
"Nelle scuole superiori la norma delle 18 ore mette in crisi la funzionalità didattica ed organizzativa del servizio. Non tiene conto dell'unitarietà di insegnamento di materie affini e non consente continuità didattiche indispensabili per progetti di insegnamento impostati su più anni". Contro la nuova norma sugli orari scendono in campo, insieme agli insegnanti e ai loro sindacati, anche i dirigenti scolastici. Lo fanno con una durissima lettera inviata come Asapi (l'associazione che riunisce circa 200 scuole piemontesi) al ministero dell'Istruzione. "Con questo sistema - spiega Giulio Cesare Rattazzi, presidente dell'Asapi - non saranno più possibile iniziative didattiche che erano realizzate grazie ai surplus di orario dei docenti. E l'impossibilità di usare gli insegnanti a disposizione per le supplenze brevi porterà a un aumento dei costi e a gravi problemi organizzativi".
Le preoccupazioni dei presidi sono tante: "La situazione della scuola- dicono nella lettera - è sempre più drammatica. Sono stati cancellati progetti, si è ridotto drasticamente l'organico, sono state accorpate classi intermedie e persino terminali. Nelle elementari sono state create classi utilizzando posti dei docenti specializzati in lingua straniera, vanificando così la possibilità dell'insegnamento della stessa fin dai primi anni. E ciò che preoccupa ancor di più è la riduzione delle risorse per l'inserimento degli alunni handicappati e in generale per la tutela dei diritti dei più deboli". "Insomma - conclude la lettera - i tagli degli organici che la Finanziaria vede come semplice operazione di risparmio, in realtà sono gravissimi colpi inferti alla qualità della scuola e alla credibilità di questa istituzione pubblica nei confronti delle famiglie. Le nostre scuole sono prese tra due doveri: garantire l'applicazione delle disposizione ministeriali, ma anche non negare il diritto di una scuola di qualità a tutti. E non sanno più come fare".
(m. tr.)