Repubblica/Torino: Spuntano le gambe al tavolo della protesta
Alla proposta di Piotto (Cgil) aderiscono l´assessore D´Ottavio, il Pd e il Coordinamento genitori
Il Coogen: "Chiederemo agli enti locali di esporsi in modo esplicito
Un tavolo per dare voce e corpo alla protesta contro il decreto Gelmini. Lo aveva proposto il segretario della Flc-Cgil, Igor Piotto, sulle colonne di Repubblica di giovedì e in un paio di giorni sono arrivate le prime adesioni e anche una possibile data, il 27 ottobre, in cui tenere un primo incontro tra sindacati, istituzioni, associazioni. Scopo della riunione: fissare i paletti per far sentire la propria voce e per contrastare in tutti i modi i tagli e le modifiche sulla scuola pubblica.
Uno dei primi ad aderire all´iniziativa è stato l´assessore provinciale all´Istruzione Umberto D´Ottavio: «Per come sta reagendo il governo a questo movimento di protesta è bene che ci si attrezzi per una lotta di lunga durata. Quindi ben venga questo tavolo». Attorno, l´assessore vorrebbe vedere seduti diversi soggetti: «Le istituzioni locali, anche i comuni più importanti, le comunità montane, le forze sociali e quelle politiche. Però bisogna muoversi in fretta per trovare delle soluzioni anche a livello locale».
Anche il Partito Democratico si è detto pronto a partecipare per bocca della segretaria provinciale di Torino, Caterina Romeo: «Il Pd c´è. Anche perché stiamo già conducendo una battaglia analoga, con una forte mobilitazione a livello territoriale, con decine di assemblee molto partecipate anche da parte della società civile». Secondo Romeo, la linea del Pd dev´essere la stessa della presidente della Regione Mercedes Bresso: «Ha dichiarato di volersi contrapporre e anche di voler disubbidire a questo progetto di tagli dissennati sulla scuola. È una proposta coraggiosa, che sosteniamo».
Pronto a sedersi attorno al tavolo anche il Coordinamento genitori. «Abbiamo già dato al segretario della Flc-Cgil la nostra disponibilità - spiega la presidente Silvia Bodoardo - . Per noi sarà più che altro un momento di confronto in cui chiederemo chiaramente agli enti locali che si espongano in modo esplicito e chiaro contro la riforma. Siamo un´associazione e non ci interessa firmare una piattaforma, bensì proporre degli interventi ai soggetti politici, affinché siano loro che li mettano in pratica». Secondo la presidente del Coogen, inoltre, la necessità di agire è data anche dalle dimensioni che sta assumendo il movimento di protesta: «Più le persone si informano e più cresce, perché la gente si sta a tutti gli effetti rendendo conto della portata di queste modifiche al sistema scolastico