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Repubblica-Torino-Scuole, rivoluzione a metà

Parte in ritardo la riforma Moratti in tre statali e due private Quattordici istituti in tutta la regione, nelle previsioni estive dovevano essere venticinque Scuole, rivoluzione a metà MARCO T...

02/10/2002
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la Repubblica

Parte in ritardo la riforma Moratti in tre statali e due private Quattordici istituti in tutta la regione, nelle previsioni estive dovevano essere venticinque
Scuole, rivoluzione a metà

MARCO TRABUCCO

La sperimentazione della riforma scolastica Moratti parte, finalmente. Parte con un ritardo di un mese sull'inizio della scuola e, in Piemonte almeno, in un numero ridotto di istituti: quattordici in tutta la regione, cinque a Torino e provincia. Nelle previsioni estive del ministero avrebbero dovuto essere 25 le scuole dell'infanzia e le elementari che dovevano sperimentare in Piemonte l'anticipo dell'iscrizione rispettivamente a due anni e mezzo e a cinque anni e mezzo. Molte però, tra quelle che si erano candidate, si sono nel frattempo perse per strada e hanno rinunciato o non sono state ritenute idonee.
Delle 14 "elette", quattro sono in provincia di Alessandria e cinque a Torino e dintorni: le altre sono distribuite una per ogni provincia (con l'eccezione di Biella, rimasta esclusa). Nove sono le scuole statali e cinque le paritarie: a Torino le statali sono la Pacchiotti, la Santorre di Santarosa e, a Chivasso, la direzione didattica II Circolo. Due prestigiose scuole private, l'istituto Cadorna e il Sociale rappresentano invece le paritarie.
"Inizieremo entro pochi giorni - spiega Paola Sally Anselmo, dirigente scolastica del circolo scolastico Pacchiotti, quattro scuole elementari e due materne a Torino, tra il centro e Porta Palazzo - Partiremo solo con l'anticipo delle elementari, dove abbiamo avuto molte richieste. I bambini nati entro il 28 febbraio del '97, limite fissato dalla sperimentazione per l'anticipo, che si sono iscritti sono diciotto. E in questi giorni stiamo discutendo con le maestre dello staff se creare una nuova classe solo per loro o se inserirli in altre già avviate. Preferirei la prima soluzione, perché permetterebbe di adottare una didattica davvero ad personam. E per questo spero di avere almeno una maestra in più". Niente da fare, almeno a Torino, invece per l'anticipo a due anni e mezzo della scuola dell'infanzia: "La norma prevede che prima di accettare i bambini più piccoli - spiega la Anselmo - si debbano esaurire le liste di attesa di quelli di tre anni".
Contro la sperimentazione si scagliano però i sindacati della scuola: "Ancora una volta la Moratti ha fallito - dice Alberto Badini della Cgil - Non si può parlare seriamente di sperimentazione con solo 14 scuole coinvolte, di cui cinque non statali. Non sono un test sufficiente. Senza contare che in molti casi le scuole hanno accettato di partecipare solo perché altrimenti rischiavano di perdere classi e gli insegnanti, di conseguenza, posti di lavoro. È stato una sorta di ricatto". Sulla stessa linea Enzo Pappaletera della Cisl: "Le difficoltà di gestione di questa sperimentazione sono evidenti: va contro una tradizione consolidata della scuola primaria, per questo ci sono state molte rinunce. E poi ogni istituto potrà decidere strade diverse per realizzarla: è una sperimentazione spezzatino, insensata".


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