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Repubblica/Torino: Scuola, il tempo pieno in bilico

L´allarme dei sindacati: alle elementari assegnate la metà delle cattedre

16/03/2008
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la Repubblica

Profumo: "Se c´è l´impegno per un certo tipo d´offerta deve esserci anche l´organico"

TIZIANA CATENAZZO

Tutti a scuola il 15 settembre, con più di 5500 nuovi studenti rispetto l´anno scorso. Ma in che condizioni cominceranno le lezioni? Gli insegnanti in organico sono pochi, rispetto alle necessità, e c´è forte aria di crisi alle elementari: il problema più sentito riguarda il tempo pieno ripristinato da Fioroni. L´accusa generalmente condivisa guarda a Roma: solo 207 cattedre in aggiunta, per il 2008-09, quando in Piemonte ce ne vorrebbero il doppio. Altre regioni, come l´Emilia con 500 posti in più, cresciute meno per numero di studenti, hanno ricevuto assegnazioni molto più generose. «Da una prima indagine nelle elementari - dice Diego Meli della Uil - risulta che in solo quest´ordine di scuola gli aumenti in organico dovrebbero essere pari a 187 posti, rispetto a quelli previsti dal ministero. Siamo alle solite: la circolare reintroduce il tempo pieno ma non le risorse adeguate a garantirlo».
Provincia per provincia, le assegnazioni alle elementari prevedono quest´anno un totale di 1450 cattedre ad Alessandria, 777 a Asti, 726 a Biella, 2370 a Cuneo, 1378 a Novara, 8763 a Torino, 667 a Verbania, 682 a Vercelli. Un ‘pieno´ di 16.813 posti che non soddisfa i sindacati confederali. Ma anche dalle associazioni, l´insufficienza delle risorse comporta chiare prese di posizione: Nicola Puttilli, presidente dell´associazione nazionale dirigenti scolastici: «L´incremento di richieste per il tempo pieno è molto significativo quest´anno - premette - la nostra quasi certezza è che avremo purtroppo classi di 40 ore senza le compresenze, con 25 o 26 bambini, da un lato, e dall´altro classi di modulo con 14 o 15 iscritti. Si tratta di modelli organizzativi in cui viene fortemente compromessa la qualità dell´offerta formativa, ancor più per classi con molti alunni stranieri di recente immigrazione, mentre le miniclassi a modulo si formano a malapena».
Mancano le risorse, è evidente. Alle elementari come alle medie, dove il ‘tempo prolungato´ determina condizioni molto differenziate dell´offerta formativa. Altro grave handicap, l´inglese: reperire i docenti sta diventando per molti dirigenti scolastici un´impresa. «Quelli provvisti di qualifica sono sempre più introvabili - aggiunge Puttilli -. Come associazione chiediamo il potenziamento delle attività di formazione, anche per il personale non di ruolo. Per quanto riguarda la ripartizione delle ore di insegnamento, suggeriamo un calendario settimanale che preveda un´ora in prima, due ore in seconda e tre ore in terza, quarta e quinta». Ma forse il problema dell´inglese è più complesso. Dalla Flc-Cgil torinese, Chiara Profumo: «Per carità, abbiamo ottenuto la conferma dell´organico dell´anno scorso senza tagli, e questo è già da considerarsi positivamente. Ma il problema del tempo pieno non è affatto una banalità come si potrebbe pensare. Se c´è l´impegno a garantire un certo tipo di offerta, e di qualità, alle famiglie, deve esserci anche l´organico, con le compresenze. Per l´inglese, succede questo: hanno dato agli insegnanti la possibilità di formarsi e aggiornarsi, e questo va molto bene. Peccato però che l´amministrazione, per risparmiare sugli specialisti, chieda a quegli insegnanti neoformati di andare a fare lezione anche in altre classi, oltre alle loro. Fatto grave, che comporta la riduzione di organico e lo scadimento immediato della qualità didattica».
Anche Carlo Mini, Flc regionale, rammenta: «In un anno, e pochi se ne sono accorti, abbiamo già perso 600 posti di insegnamento. Anche se 400 non andrebbero considerati, perché sono rientrati grazie ai posti assegnati per il sostegno, temiamo molto questa lenta erosione di cattedre. Se 200 posti in tutta la regione sembrano pochi, alla fine sono quelli che più incidono in particolari realtà territoriali, e contesti di quartiere».


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