Repubblica/torino: Scuola, il pianto dei presidi
Poche risorse, prof demotivati e progetti confusi
Tra i problemi ancora da affrontare quello dell´innalzamento dell´obbligo fino ai sedici anni
All´Avogadro riunione dell´Asapi: "Contro di noi anche il bullismo mediatico"
Mastropaolo: "Per occuparsi dei ragazzi difficili i docenti trascurano le classi"
Sarlo: "Per avere risultati tangibili, bisogna pianificare a lungo termine"
AGNESE GAZZERA
«L´anno scolastico ci ha lasciato l´amaro in bocca». Nunzia Del Vento è la presidente dell´Asapi, associazione scuole autonome piemontesi, che ieri ha raccolto all´Istituto Avogadro presidi, insegnanti e addetti ai lavori. L´intenzione era discutere del difficile rapporto tra scuola e media, ma lo scivolone verso la crisi del sistema-scuola è stato incontenibile. Il "bullismo mediatico" e gli attacchi dei mezzi di comunicazione hanno finito per fare da sfondo a problemi e malfunzionamenti.
Il rosario delle lamentele viene recitato da un preside dopo l´altro. Giulio Cesare Rattazzi, ex preside dell´Itis Avogadro, è il primo: «Gli insegnanti stanno poco a scuola, in altri Paesi europei alle ore di lezione si aggiungono il tempo per educazione, vigilanza, ascolto. E la retribuzione cresce proporzionalmente». Non si può pretendere, insomma, che i professori lavorino gratuitamente oltre l´orario. Né che debbano improvvisarsi esperti delle materie più disparate: «Sono costretti a tenere corsi che vanno dall´educazione stradale a quella alla salute, solo perché non ci sono i soldi per pagare gli esperti», aggiunge Rattazzi. Lamentando anche classi troppo numerose e scuole vecchie e maltenute, che «riflettono il modo in cui la società considera la scuola». Carola Garosci, dell´Ufficio scolastico regionale e dal prossimo anno preside, mette tra le difficoltà della scuola pubblica anche gli studenti stranieri, disabili e malati: «Nelle scuole si fa un lavoro faticoso e costante per permettergli di studiare, ma la situazione è complessa». La pensa così anche il preside dell´Itis Ferrari, Gianni Mastropaolo, per cui «è bello dire che i ragazzi difficili sono una risorsa, ma per occuparsi di loro gli insegnanti trascurano le classi. Così, i ragazzi per bene vengono trasferiti in altre scuole e la situazione continua a peggiorare». Per Mastropaolo, poi, al Governo manca del tutto la volontà per tentare di risolvere i problemi.
Lamentela su lamentela, si unisce Ignazio Sarlo, responsabile della consulta provinciale dei dirigenti scolastici Cgil: «Alla scuola serve progettualità, non il continuo aprirsi e chiudersi dei cordoni della borsa». Il problema, dunque, riguarda le risorse economiche: la situazione può migliorare pianificando sul lungo termine, ma per farlo serve conoscere quali sono le risorse disponibili». Per finire, i presidi elencano la scarsità di fondi per i supplenti, le problematiche irrisolte legate al recente innalzamento dell´obbligo scolastico, i finanziamenti sempre più dirottati verso la scuola privata.
In quasi tre ore di incontro, presidi e addetti ai lavori tracciano così il desolante quadro della scuola "vissuta dal di dentro", in attesa del bilancio dell´anno scolastico che Giovanna Pentenero, assessore regionale all´Istruzione, presenterà venerdì. Visibilmente preoccupati, i presidi sono tutti d´accordo che piangersi addosso sia inutile.