Repubblica/Torino: Scuola, cento milioni di deficit
Venerdì la manifestazione di protesta di Cgil, Cisl e Uil: "Gli istituti sono a secco di personale e di risorse" Dalla riunione con la direzione regionale è emersa l´ipotesi di un ulteriore taglio per il personale "Ata"
Prof, bidelli e impiegati i primi creditori del Ministero. Ma anche i Comuni aspettano i versamenti della Tarsu
I sindacati: un´ora di straordinario pagata 12 mesi dopo
Venerdì la manifestazione di protesta di Cgil, Cisl e Uil: "Gli istituti sono a secco di personale e di risorse"
Dalla riunione con la direzione regionale è emersa l´ipotesi di un ulteriore taglio per il personale "Ata"
TIZIANA CATENAZZO
Il debito scolastico della Regione ammonta a 95 milioni di euro. E´ quanto il Piemonte deve ai dipendenti della scuola, che ancora non sono stati retribuiti per le supplenze, brevi o lunghe, o magari per gli incarichi da commissari durante gli esami di maturità. Ma le istituzioni scolastiche in questi anni si sono anche indebitate per il mancato pagamento delle tasse, prima fra tutte la Tarsu prevista per i rifiuti. Una gabella che pesa enormemente sui bilanci delle scuole che si vedono costrette a sacrificare gran parte delle loro entrate per soddisfare almeno in parte i rispettivi Comuni, togliendo fondi alla programmazione, ad attività di recupero, a progetti di miglioramento della qualità formativa. In particolare, si tratta di 19 milioni e 900 mila euro di debito per le supplenze coperte nell´intero arco del 2006, di oltre 12 milioni per gli esami di Stato (dal 2004 ad oggi), di 10 milioni per la Tarsu appunto, e infine di 53 milioni per le indennità e l´offerta formativa.
Da Roma è arrivata poco fa la richiesta di una verifica puntuale del debito, ed ecco il clamoroso risultato, per uno dei sistemi scolastici da più parti definito di ottimo livello: la scuola piemontese rischia il collasso, se non riceve immediatamente fondi, e organico. Prima di venerdì, giorno in cui si svolgerà la manifestazione in piazza Castello organizzata da Cgil, Cisl e Uil, i rappresentanti sindacali scendono sul piede di guerra a rappresentare l´estrema difficoltà in cui versano gli istituti degli organici, a secco di personale e di risorse. Diego Meli, segretario regionale della Uil ha spiegato «Un´ora di straordinario viene pagata, se tutto va bene, dopo un anno, e fare le spese di un sistema povero, poverissimo, sono come sempre i precari che accettano di fare supplenze senza neppure la sicurezza di una retribuzione. Come si può pretendere che docenti, personale Ata e i tecnici si affezionino alla scuola se non si rispetta neppure la dignità, della persona e del lavoratore?».
Alla scuola servono certezze. Occorre tagliare dove ci sono sprechi ma intervenire in maniera sostanziosa dove serve. Dalla riunione ieri in Direzione Regionale, è emerso da ultima anche la possibilità di ulteriori 212 tagli per il personale tecnico e amministrativo. E sul fronte della didattica, le richieste in più di tempo pieno avanzate dalle scuole non sono state accolte. «Per una scuola moderna, efficiente, sicura, aperta, pulita e sorvegliata occorrono risorse. Non lamentiamoci se poi leggiamo di un sistema ormai alla deriva, senza prospettive» ha aggiunto Meli. La scuola terreno per parcheggi? Suggerimenti concreti ce ne sarebbero: «Tanto per cominciare, il Tesoro può farsi direttamente carico almeno delle supplenze lunghe, come quelle per maternità - spiega il segretario regionale della Uil scuola - visto che a volte la stessa scuola deve pagare non solo la sua docente ma la supplente, che accetta giustamente accetta l´incarico ai primi mesi. Per il pagamento della Tarsu c´è bisogno di decisioni tempestive: la tassa va eliminata, a nostro avviso. Non bastano interventi comunali periodici e inefficaci, che magari la sospendano o rinviino per qualche tempo. E´ una spesa gravosa che la scuola, luogo di formazione che esercita la propria funzione proprio per salvaguardare il diritto allo studio dei cittadini, non deve pagare».