Repubblica/Torino: Quattromila voci: "Riprendiamoci la scuola"
Successo oltre le previsioni della manifestazione contro i tagli della Gelmini E in piazza Castello l´elenco dei corsi che non saranno più possibili con risorse dimezzate
FEDERICA CRAVERO
C´erano le mamme con i bambini per mano, i ricercatori alle prese con i contratti traballanti, gli insegnanti, quelli precari e quelli no, i tecnici e i bidelli gli studenti arrabbiati. E sommati tutti insieme facevano oltre quattromila persone, che ieri pomeriggio hanno sfilato nelle strade del centro di Torino per protestare contro la riforma della scuola e i tagli previsti dal ministro Mariastella Gelmini. Una marea di gente che ha piacevolmente sorpreso persino gli organizzatori del Forum delle associazioni della scuola, che avevano previsto un percorso più breve, da Palazzo Nuovo a piazza Castello, e che invece lo hanno prolungato all´ultimo momento fino a piazza Solferino e ritorno, per consentire a tutte le realtà - scuole, sindacati, partiti, associazioni - di sfilare dietro agli striscioni.
Tra i manifestanti c´erano anche Umberto D´Ottavio e Giuseppe Borgogno, assessori all´Istruzione il primo per la Provincia e il secondo per la Città di Torino. «Tutta questa partecipazione è un segnale importante - spiega Borgogno - perché dimostra quanta attenzione ci sia da parte di tutte le realtà nei confronti del futuro dell´istituzione scolastica». Anche D´Ottavio ha voluto esternare il proprio disappunto per i cambiamenti nel mondo della scuola: «La Provincia di Torino condivide in pieno le ragioni di questa manifestazione - ha detto - Il taglio del personale avrebbe dovuto essere concordato attraverso un tavolo regionale, che invece è in forte ritardo. La riorganizzazione degli organici potrebbe anche essere una fonte di risparmio, ma bisognerebbe parlarsi, dialogare, invece questo non sta avvenendo. Il problema che la gente avverte, e la partecipazione a questa manifestazione lo dimostra, è che c´è una forte preoccupazione per la qualità della scuola. E una scuola di scarsa qualità è un disinvestimento per il futuro della nostra società».
Il corteo si è poi sciolto in piazza Castello, dove il tavolo «Riprendiamo ci la scuola» aveva installato stand e organizzato per tutto il pomeriggio attività rivolte ai bambini più piccoli, dal laboratorio di robotica al teatro, dai disegni sul tema della costituzione ai bigliettini con i messaggi degli alunni sulla loro idea di scuola, dal banchetto dei genitori democratici a quello che distribuiva pane e marmellata e pane e nutella. E tra i vari gazebo c´erano anche foto di uscite e corsi «che adesso non saranno più possibili se si tagliano risorse e personale - spiegano genitori e insegnanti - Ma senza queste esperienze la scuola davvero non è più la stessa».
Sulla stessa linea Igor Piotto, segretario torinese della Flc-Cgil: «Da una parte dobbiamo contrastare i provvedimenti che stanno distruggendo la scuola, dall´altra dobbiamo rilanciare un grande progetto assieme agli enti locali perché la scuola torni ad essere uno strumento di socializzazione, di emancipazione sociale e di uguaglianza, perché solo questa è la strada verso una società migliore».